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Se denunci, non giochi più. Se non denunci, ti squalificano ma al tuo ritorno sei trattato da eroe

Qualcuno ha chiesto quale fosse il pensiero del Napolista riguardo alla vicenda calcio scommesse. Posso dire la mia. Molto brevemente. La mia è che si tratta di una vicenda assurda, che conferma ancora una volta l’allucinante meccanismo della giustizia sportiva. Non so se si tratti di due pesi e due misure, perché la responsabilità oggettiva è stata applicata anche ad altre squadre.È uno strano paese il nostro, dove se denunci un imbroglio poi di fatto perdi il lavoro. Com’è capitato a Simone Farina, il calciatore del Gubbio ipocritamente premiato dall’Uefa, che è dovuto riparare in Inghilterra perché qui non lo ha chiamato nessuno, nemmeno per un ruolo, come dire, educativo.
Un Paese in cui, invece, un allenatore squalificato per non aver denunciato una combine di cui era al corrente, Antonio Conte, viene trattato come un eroe al termine della squalifica. Manco fosse stato liberato dopo un sequestro in Iraq. E, ci tengo a sottolinearlo, salutato con grande enfasi dal commissario tecnico della Nazionale Cesare Prandelli che ha inventato il cosiddetto codice etico.
Insomma, sulla giustizia – sportiva e non – si potrebbero scrivere tomi e tomi. Ripeto, non credo che ci siano due pesi e due misure contro il Napoli, dico solo che è ridicola la filosofia di fondo. E le conseguenze. Se denunci l tentato broglio, non giochi più. Se non denunci, viene condannato ma al tuo ritorno sei trattato da eroe. Perché, in fondo, con l’omertà hai difeso il sistema.
Massimiliano Gallo

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