Anche ieri il presidente De Laurentiis ha dichiarato che non intende tornare sul mercato perché teme di alterare “Gli equilibri dello spogliatoio”. Per capire cosa siano questi famosi “equilibri” ho contattato una mia fonte interna, riservatissima e attendibilissima. Ecco il suo racconto.
Gli equilibri dello spogliatoio napoletano sono una cosa molto delicata, perché si sono consolidati negli anni, quindi sarebbe rischiosissimo alterarli.
Per esempio: Grava è sempre seduto in un angolino, se ne sta con una tazza di tisana in mano e guarda nel vuoto con aria smarrita. Sembra innocuo, invece è pericolosissimo. Appena gli si avvicina qualcuno, quello attacca a dire: “Ti ho mai raccontato di quella volta che marcai Ronaldinho?” Oppure: “Lo sai che da giovane ho fatto un gol alla Juve Stabia? Allora… era un tiepido pomeriggio invernale… No, forse era già primavera…”. Tutti fanno finta di starlo a sentire, ma in realtà hanno le cuffiette dell’Ipod nelle orecchie e non lo ascoltano. Ora, metti che arrivi, chessò, Ciro Immobile, che non sa questo fatto. Magari sente parlare di Juve Stabia e dice: “Ma va? Lo sai che ho dei parenti a Castellammare?” Ecco, a quel punto è fottuto, Grava gli attacca una pippa di un’ora, Immobile arriva tardi all’allenamento, la società lo multa, il procuratore s’incazza e il Corriere dello Sport titola: “Napoli, c’è un caso Immobile”, che messa così suona anche maluccio.
Poi ti posso raccontare cosa è successo qualche mese fa. Allora: El Kaddouri, da bravo belga, aveva portato un enorme confezione di elefantini Cote d’Or da Bruxelles. Tutti li hanno mangiati felici e contenti. Solo che Vargas ha lasciato il coperchio alzato, il giorno dopo il magazziniere ha scoperto che erano entrate le formiche nella scatola e allora ha buttato tutto, quando è arrivato Zuniga e non ha trovato gli elefantini, si è messo a piangere e da quel momento non si è più ripreso, sono stati giorni difficili e carichi di tensione, Mazzarri ha dovuto faticare non poco per ricreare gli equilibri. Ora, metti che arrivi, chessò, Naingollan, quello è belga pure lui, magari porta di nuovo gli elefantini e succede un altro bordello.
Altra cosa da considerare sono le scaramanzie. Per esempio, negli spogliatoi c’è una lunga fila di docce, De Sanctis occupa la prima a sinistra, si è comprato una spugna a forma di pallone, e ogni giorno la lancia verso Hamsik, che la stoppa di petto e la serve di tacco per Cavani, il quale di testa deve fare gol a Rosati. Ci riesce sempre. Però Edi si è convinto che è solo grazie a questo rituale se fa tanti gol. Ora, metti che arrivi un vero portiere di riserva, quello magari si mette a parare la palla di spugna, Cavani va in crisi e non segna più. Capisci?
Poi ci sono i problemi legati a Behrami, Dzemaili e Inler. Tutti e tre hanno caratteri particolari. Per esempio, Behrami è fissato con la puntualità e sistema sempre gli orologi di tutti sull’ora esatta. I suoi compagni, per farlo contento, a turno ogni giorno gli chiedono: “Valon, porto le 16 e 41, vado bene?” E lui: “Nooo! Vai indietro di un minuto! Dammi qua”. Però solo così Behrami riesce a dare il massimo in campo. Ora, se arrivasse Barreto, hai presente? Quello è paraguayano, per lui il tempo è un fatto relativo, magari tiene l’orologio sul fuso di Asuncion… E come la metti a nome?
Poi c’è il fatto di Inler, che quando finisce l’allenamento deve per forza mangiare una noce di parmigiano. Ora, contravvenendo al fair play finanziario, Bigon ha autorizzato il vivandiere a comprare ogni giorno 50 grammi di formaggio (e non sai che casino quando il salumiere dice: “Sò 70 grammi, ‘e pozzo lassà?”. Perché il vivandiere tiene i soldi contati… vabbuò lasciamo stare). Metti che arrivi uno tipo Merkel, quello è tedesco, ha il senso dell’uguaglianza, comincia a dire che vuole pure lui il parmigiano, ahè, si comincia così e poi a fine anno ti ritrovi il bilancio in rosso.
E la questione Dzemaili, la vuoi sapere? Nello spogliatoio tiene un baule chiuso con un catenaccio enorme. Una volta Mazzarri gli ha chiesto cosa ci fosse dentro il baule, e quello gli ha risposto: “Se lo vuoi sapere devi siglare un accordo bilaterale e poi avviare una rogatoria internazionale, ma non è detto che ti risponda”. Mazzarri ha abbozzato, anche perché secondo me non sa che cos’è una rogatoria. Mo, magari arriva Poli, è genovese, le ispezioni portuali fanno parte del suo retroterra culturale, si mette a rompere le palle, lui e il baule di Dzemaili e alla fine si alterano gli equilibri.
Altra cosa delicata sono le stanze dei massaggi. A Castelvolturno ce ne sarebbero due, ma in realtà se ne può usare una sola, perché l’altra è riservata a Pandev, lui ogni giorno si deve fare una mezzora di pennica e approfitta del lettino. Ha pure una copertina lavorata ai ferri da una sua zia di Strumica, sopra c’è scritto “Strazun gabad, Goranzac”, che significa “sogni d’oro, Goranuccio”. Se Pandev non dorme, poi è capace che in panchina sta agitato, allora metti che arrivi Pinilla che non sa questo fatto e si vuole far massaggiare nella stanzetta di Goran. Eheh, come si fa? Come glielo spieghi?
Tieni pure conto che c’è la storia della musica live. A quella pensa Aronica, che tutti i pomeriggi suona “Sciuri sciuri” con il marranzanu, sì, lo scacciapensieri, e nessuno dice niente. Mo, metti che arrivi Peluso, quello dopo tanti anni a Bergamo è diventato mezzo leghista, se dice ad Aronica di smetterla, è capace che Totò si offende a morte e decide per ripicca di cominciare a fare assist per gli avversari, sarebbe una cosa inaudita.
Ma la cosa più complicata da capire, per un nuovo arrivato, sarebbe quella degli armadietti. Quelli sì che sono sacri. Per esempio, Fernandez. Siccome è diplomato viene considerato l’intellettuale del gruppo, nel suo armadietto tiene come una reliquia una copia de “La lentezza” autografata da Milan Kundera in persona, e nessuno gliela deve toccare. Anche Maggio si è messo a leggere, e quando sta con un libro in mano non vuole essere disturbato per nessun motivo, neanche se c’è Prandelli al telefono. Ha cominciato con “Fate la nanna – guida al sonno dei vostri bambini”, ha proseguito con “Fate la pappa – come risolvere i problemi del vostro bambino a tavola”, e ora sta immerso in “Iacopopò il genio della cacca”.
Hamsik invece è legatissimo alla maglia del Barcellona con l’autografo di Messi, El Kaddouri ne ha una della Francia firmata da Zidane, Zuniga invece ha un paio di scarpette bianche con la dedica di Baryshnikov.
Infine c’è l’armadietto di Mazzarri: è un po’ più piccolo degli altri, lui ci chiude dentro Insigne tutti i giorni, Lorenzino può uscire solo se ripete dieci volte: “Sì, passerò il pallone e ripiegherò in difesa”.
Insomma, hai capito perché è meglio se non prendiamo nessuno? Gli equilibri di spogliatoio sono una cosa delicatissima, ma voi tifosi non potete capirlo.
Giulio Spadetta