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Usciamo ridimensionati, abbiamo giocato senza rabbia

Ore 4.15. Mi giro e mi rigiro ma non riesco più a dormire. Il nervoso accumulato ieri sera non si è smosso di una virgola. Perché a me questa sconfitta proprio non se ne scende. Leggendo i vari commenti sul web, facebook e giornali on-line, ho capito di aver perso completamente lucidità e che solo una dormita avrebbe potuto rinfrancarmi. Ma mi sbagliavo. Sono ancora imbestialito. Lo sono perché credo che la percezione di chi era allo stadio sia stata molto diversa da chi invece l’ha vista in tv. Per il quinto anno su sei, ho avuto le stesse sensazioni, uscendo da San Siro: si poteva e si doveva fare molto di più. Sì, forse ieri abbiamo avuto più il pallino del gioco, il famoso possesso palla, ma, come al solito, l’Inter riesce a batterci senza giocare e poi, questa squadra non è la stessa di Mourinho, né quella di Mancini. Per me quindi, e non solo per me, la partita doveva solo essere vinta. E invece usciamo sconfitti senza aver buttato il sangue in campo. Sì, abbiamo avuto le nostre occasioni per pareggiare e forse lo avremmo anche meritato, ma ripeto, un Napoli leggermente più convinto e magari con qualche uomo un po’ più in forma, non sarebbe mai uscito a mani vuote.

Sono più amareggiato ora che dopo la sconfitta di Torino in cui in tanti ci avevano definiti incompiuti con mentalità da provinciale. A Torino però, si aveva la netta sensazione che per arrivare dalle parti di Buffon ogni volta fosse un’impresa. Ieri no. Un po’ per scelta tattica attendista (il gol del solissimo Guarin dopo pochi minuti lo ha permesso), un po’ perché l’Inter non è la Juve ma noi, dalla curva, abbiamo avuto l’impressione che se il Napoli avesse affondato con più coraggio e convinzione, li avremmo surclassati.

La difesa non mi è mai piaciuta. E non parlo della prestazione dei singoli o di imprecisioni individuali, ma dal punto di vista globale. Sempre molto insicura e con responsabilità palesi su entrambi i gol, e non solo quelli. Il migliore è stato Britos, anche se io non sono d’accordo sul magnificarlo. Doveva essere lui ad impostare l’azione, visto che gli avversari non pressavano sin nella nostra area. Ha iniziato timoroso, per poi riprendersi, ma nel finale, quando bisognava dare la sterzata decisiva, ha praticamente giocato con la maglia neroazzurra, sbagliando una serie infinita di appoggi che puntualmente si trasformavano in ripartenze avversarie.

A centrocampo, a mio avviso, si è salvato solo Valon. Coraggioso e battagliero come sempre. Maggio è ancora una controfigura. Perdere sistematicamente lo sprint contro Pereira la dice lunga. Mentre Zuniga, oltre alle note danze, ad un certo punto, è stato un palo in mezzo al campo. Lorenzo mi ha fatto quasi pena quando riceveva palla sul lato sinistro e si guardava intorno senza una collaborazione valida. Inler, per me, è stato il peggiore. Doveva essere lui a dettare i tempi e a costruire. Non ricordo invece un passaggio azzeccato o una verticalizzazione riuscita. Ho letto inoltre che Hamsik ha preso voti bassi. Non mi capacito. Marek ha fatto due ruoli. Il suo e quello di Inler. Spesso mi è sembrato il fantasma di Lavezzi che veniva a prender palla sin sulla linea dei difensori, perchè avanti il pallone rasoterra ci arrivava col contagocce. Secondo me lo slovacco invece ha fatto più di quel che doveva.

Avanti mi è piaciuto Lorenzo che non si è mai tirato indietro e che ha spesso cercato lo spunto per creare pericoli.  Mentre il Matador mi è parso troppo nervoso, tant’è vero che metà partita l’ha trascorsa a litigare con l’arbitro, gli avversari ed anche qualche compagno. Pandev, infine, ha bisogno di una cura ricostituente. Al più presto.

Secondo me, ripeto, a differenza di Torino, usciamo ridimensionati. Questa partita era solo da vincere e non ci abbiamo provato come dovevamo. Ma forse mi sbaglio e magari con qualche ora di sonno in più mi passa questa rabbia e mi ritorna la lucidità.

Rabbia che invece deve essere ben presente nei nostri ragazzi sino alla fine. Perché con quella potremmo toglierci le nostre meritate soddisfazioni. Senza, resteremo una squadra da mezze imprese alla quale si dirà a fine partita “sconfitta immeritata”, ma pur sempre di sconfitta si tratterà.

Ultima riflessione sull’arbitro. Non ho visto immagini, né replay. Non mi interessano gli episodi, né le singole valutazioni. Non abbiamo perso a causa sua o dei suoi collaboratori. Ma Rizzoli ha condotto la gara nello stesso modo in cui riusciva a fare solo Rosetti. E chi ha giocato a calcio, sa di cosa parlo.

La fiducia non deve mai mancare. Ed io, nonostante questa rabbia e la sconfitta, ne ho a chili. Intanto però, provo ad addormentarmi.

Forza Napoli Sempre

La 10 non si tocca.

Gianluigi Trapani

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