Come ho scritto altre volte credo che esistano dei momenti di rottura precisi nel tempo che cambiano le inerzie di una realtà che intanto si trasforma. Episodi che spesso mutano la storia di una squadra o di un calciatore. Sono i momenti dell’investitura. I momenti in cui una forza esterna contemporaneamente ci sveglia mostrando una verità che diventa definitiva, universalmente.
Mentre noi ci scontravamo su moduli, turn over totali o parziali, sul mercato, sui chi sia il più grande dei rimpianti e se Vargas sia destro o mancino, mentre tutto questo, ed altro ancora, egli ha preso la parola e il pallone dalle mani di Dzemaili, che giá si stava impostando per tirare una punizione con le braccia conserte alla Cristiano Ronaldo, e ha deciso di vincere la partita e di mettere tutti d’accordo, seppellendo qualsiasi altro argomento, con un marchio, stavolta indelebile. Un poker che ha il sapore di una consacrazione, non solo per noi tifosi napoletani che lo vediamo sgobbare come Berhami nelle retrovie, contemporaneamente entrare in area e segnare quasi ogni domenica e che non finiremo mai di stupirci, ma per tutti gli appassionati di calcio. Il nero livido del volto al rientro negli spogliatoi dopo il pareggio col Toro si è riversato furente con tutto l’arcobaleno giovedì negli ultimi 18 minuti di una partita che probabilmente non ricorderemo per l’importanza sportiva, ma perchè ha visto nascere definitivamente un stella mondiale. Cosa che qui capita raramente, ma quando capita…
Non è nuovo a questi exploit. Ho perso il conto delle triplette e a memoria non ricordo tutti suoi gol (troppi e in troppo poco tempo), ma giovedì ha voluto dare il colpo di grazia, vincendo una partita quasi da solo. Avrebbe solo dovuto parare un rigore per raggiungere la perfezione.
Parlo di punto di rottura anche perché da oggi il suo cartellino non vale “solo” 60 mln. Se ieri ci chiedevamo quanto si discostasse il suo effettivo valore da quella cifra, oggi possiamo dire con certezza che ci vuole forse il doppio di quel gruzzolo per essere equi.
La clausola rescissoria proporrei di eliminarla stesso oggi. Sarebbe un rischio impercorribile tenerla lì come una spada di Damocle pronta a tagliare. I rinnovi non hanno valenza, se poi c’è una regola che permette di scavalcare tutte le postille di un contratto. E quella clausola, ora come ora, risulta solo essere un alibi, nel caso, a questo punto certo, che uno nababbo decida di prenderlo.
Non solo la rescissoria dovrebbe stamattina essere abolita, ma la società dovrebbe industriarsi a creare le premesse per trattenerlo qui. Per vincere.
Diciamo la verità, uno così non meriterebbe altri palcoscenici?
La CL dovrebbe essere il suo habitat e dovrebbe giocarsela con i più grandi del calcio. Come? Vincendo.
Sento spesso il paragone con Careca (resto dell’idea che assomigli molto più a Gabriel Omar). A me il brasiliano ha fatto impazzire. Velocità, tecnica senso del gol unici. Il nostro numero 7 attuale ritengo sia superiore perché, a differenza di Antonio, non è solo attaccante, ma recita tutti i ruoli in campo oltre che realizzare carrette di gol. Oltre al fatto di essere, con quella personalità eterea, un leader indiscusso. Ma oggi Careca è più di Cavani, soprattutto perché ha vinto.
E lo stesso vale quando lo si va a paragonare con i campionissimi attuali. Ronaldo, Messi, Rooney, Ibra e qualche altro, hanno vinto e tanto, non solo le classifiche dei cannonieri.
Se non si corre ai ripari, subito, è normale che andrà altrove. A vincere.
Anche perché da giovedì tutti, anche il più scettico degli sceicchi, hanno constato quanto sia fenomeno.
Dategli una squadra per vincere e ci coprirà di gloria.
Da giovedì, ho poi notato che il suo nome inizia a pronunciarsi sempre di meno in giro. Tra poco faremo la differenza tra Iss e Iss Iss?
Forza Napoli Sempre
La 10 non si tocca. E se il loro padre vuole, a breve pure la 7.
Gianluigi Trapani