La puntata di Report si rivela all’altezza delle attese: il suicidio di Bucci, i silenzi di Marotta, la connivenza della Juventus con gli ultras.
L’inchiesta sui rapporti tra Juventus e Ndrangheta
È andato in onda il servizio di Report sulla Juventus, e sui rapporti del club bianconero con i gruppi ultras legati alla criminalità organizzata. Una puntata che ha tenuto fede alle attese. Il racconto inizia con la figura di Alessandro D’Angelo, security manager del club bianconero. Sarà una persona fondamentale lungo tutta la vicenda.
Nel 2013, in Curva Sud compare un nuovo striscione: “I Gobbi”. Scrive Report su Twitter: «Secondo la Procura di Torino è un segnale: significa che la ‘ndrangheta è ufficialmente entrata nella curva della Juventus».
21 aprile 2013. Allo Juventus Stadium si gioca Juve – Milan. In curva sud spunta fuori uno striscione nuovo. “I Gobbi”. Secondo la Procura di Torino è un segnale: significa che la ‘ndrangheta è ufficialmente entrata nella curva della Juventus. #Report #unasignoraalleanza pic.twitter.com/Fe4XQZnmcK
— Report (@reportrai3) 22 ottobre 2018
L’interesse della criminalità organizzata è legato al bagarinaggio, i biglietti rivenduti a prezzo maggiorato e “passati” dalla stessa Juventus ai gruppi. Il rappresentante della Ndrangheta all’interno degli ultras è Rocco Dominello, figlio di Saverio. È lui che riesce ad entrare in un mondo chiuso, legato ai Drughi, ai Bravi Ragazzi, ai Vikings e al Collettivo 1985. Qualcosa è cambiato.
Prezzi maggiorati
Il secondo tweet di Report parla proprio dei prezzi maggiorati. O meglio: del fatto che la Juventus sapesse che i biglietti venduti direttamente agli ultras sarebbero stati rivenduti a prezzi maggiorati. Ecco il tweet che identifica Rocco Dominello come personaggio chiave.
Rocco Dominello –> business bagarinaggio
Personaggio chiave Rocco Dominello, figlio di un boss, si è infilato nella curva e ha cominciato a fare business con il bagarinaggio. La Juventus negli anni, ha venduto migliaia di biglietti agli ultrà sapendo che li rivendevano a prezzi maggiorati. #Report #unasignoraalleanza pic.twitter.com/yRxOPfXHZ4
— Report (@reportrai3) 22 ottobre 2018
Per questo motivo, Agnelli è stato condannato in primo grado ad un anno di inibizione dagli impianti sportivi. La sentenza è stata poi ridotta a tre mesi. Anche altri dipendenti del club bianconero sono coinvolti. Tra questi Stefano Marulla, responsabile della biglietteria. Un uomo che avrà un ruolo chiave anche nella vicenda del suicidio di Raffaello “Ciccio” Bucci.
Il suicidio di Bucci
7 luglio 2016, bretella autostradale di Fossano, ingresso della TO-SV. Da un suv bianco scende un uomo e si getta nel vuoto. È Raffaello Bucci, detto Ciccio, una sorta di ministro delle finanze del più importante gruppo ultras juventino: i Drughi #Report #unasignoraalleanza pic.twitter.com/7Z7BE4479f
— Report (@reportrai3) 22 ottobre 2018
Il giorno prima di togliersi la vita, Bucci era stato ascoltato dal pubblico ministero nell’ambito dell’inchiesta Alto Piemonte. Dopo, proprio Bucci sarebbe stato assunto dai bianconeri come Vice Supporter Liason Officers, una figura che regola i rapporti tra il club, le forze dell’ordine e i gruppi organizzati.
Ci sono molte ombre sul suicidio di Bucci. Intanto, non ci sono foto del suo corpo prima dell’autopsia. Nell’unica foto, scattata da una parente in camera mortuaria, ci sono tagli e tumefazioni che non corrispondono alla caduta. Lo spiegano Paolo Verra, legale dell’ex compagna del Bucci, e la stessa donna. E poi c’è il mistero degli oggetti comparsi e ricomparsi:
Le intercettazioni telefoniche di dirigenti e calciatori della #Juventus dopo la morte di Raffaello Bucci, l’ex ultras assunto dai bianconeri nel 2015 come collaboratore e morto dopo un volo di 30 metri da un ponte dell’autostrada#Report #unasignoraalleanza pic.twitter.com/bNTj7GdOsF
— Report (@reportrai3) 22 ottobre 2018
Insieme a Merulla e D’Angelo, gli oggetti vengono restituiti anche da Maria Turco legale legata allo studio Chiusano. Ovvero, lo studio legale che da sempre difende gli interessi della Juventus. Ricompaiono le chiavi di casa e il borsello con dentro i documenti importanti. Poi ci sono il mistero del telefono intercettato, e del calo di tensione; inoltre, Bucci e Merulla hanno passato una serata insieme per “preparare l’interrogatorio” con i pm. Due giorni dopo, Bucci si è tolto la vita.
Il telefono di Bucci era sotto controllo, per due lunghi anni, con un solo buco: proprio le tre ore durante le quali Bucci avrebbe deciso di uccidersi.#Report #unasignoraalleanza pic.twitter.com/eazECGCdZW
— Report (@reportrai3) 22 ottobre 2018
Stefano Merulla, responsabile della biglietteria, ha confidato solo un anno dopo alla ex compagna di aver passato la sera prima con Bucci cercando di concordare la versione da dare ai magistrati. A che titolo lo ha fatto? #Report #unasignoraalleanza pic.twitter.com/hjgYKSMyI1
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Il silenzio di Marotta
Il servizio continua mostrando Marotta che rifiuta di rispondere alle domande su Bucci, un video comparso già nei giorni scorsi nelle varie anticipazioni pubblicate da Report. Leggendo gli sms rimasti nella memoria dei cellulari di Bucci, si scopre che l’ex capo-ultras collaborava con i Servizi Segreti. Inoltre, c’era la volontà da parte dei gruppi eversivi di destra, e legati al movimento No-Tav, di acquistare esplosivi dai gruppi organizzati.
Tra gli effetti personali di Bucci, vengono ritrovate anche centinaia di schedine vincenti al Lotto e Superenalotto, e tantissimi biglietti gratta e vinci, anch’essi vincenti. Un metodo brevettato dalla Ndrangheta per riciclare denaro sporco.
Bucci, si sospetta, avrebbe riciclato proventi del bagarinaggio dei biglietti della Juventus, grazie a una ricevitoria compiacente, tramite Superenalotto e Gratta e Vinci, un metodo brevettato dalla ‘ndrangheta#Report #unasignoraalleanza pic.twitter.com/OCSTPakUqG
— Report (@reportrai3) 22 ottobre 2018
Il contabile dei Drughi
Bucci cercava di nascondere il suo denaro. Era anche il contabile del gruppo dei Drughi, come spiega Report in quest’altro tweet:
Sui telefoni di Bucci, con le foto, ci sono i conteggi del bagarinaggio, partita per partita. Migliaia di tagliandi divisi tra i capi ultras che li richiedevano, tra cui Salvatore Cava dei Drughi e la ‘ndrangheta: Rocco Dominello, il figlio del boss. #Report #unasignoraalleanza pic.twitter.com/YsacJlMVpQ
— Report (@reportrai3) 22 ottobre 2018
C’è la testimonianza di un ultras dei Drughi, che spiega: «È stato ammazzato, si è spinto troppo oltre». I rapporti di Bucci con Dino Mocciola, interlocutore della Curva Sud con la Ndrangheta, erano peggiorati. Mocciola si era defilato, dopo, ma Salvatore Cava (il suo braccio destro) si presenta al funerale di Bucci e dice alla compagna che «Dino, con la morte di Ciccio, non c’entra niente». Avevano già avuto una lite, ma ci tiene a far sapere questa cosa.
Nelle intercettazioni si capisce che Cava cura anche il rigonfiamento dei prezzi dei biglietti passati ai Drughi. Il gruppo Ultras più famoso della Curva Sud smentisce di fare bagarinaggio, ma è una versione sconfessata dalle intercettazioni. E anche dalle parole di Andrea Puntorno, di cui avevamo parlato già qui. «I biglietti arrivavano direttamente dalla Juventus», spiega Puntorno, a capo del gruppo Bravi Ragazzi
«I biglietti lo sapete da dove arrivano! Non è che te lo devo dire io…»
Dalla Juventus?
«Ma è normale, no? Ma è stato sempre così!»
Cioè, la Juve ha sempre dato delle quote di biglietti agli ultras…
«Sì, sempre!»#Report #unasignoraalleanza pic.twitter.com/QVU1IIBSGO
— Report (@reportrai3) 22 ottobre 2018
La Juventus ricattata
Si arriva al punto più importante del servizio, in cui la Juventus viene definita «ricattata» dalla criminalità organizzata. Le quote venivano gestite direttamente dai gruppi, che però minacciavano sciopero o di “fare casino” se le loro richieste non venivano soddisfatti. Il paciere della Curva è Placido Barresi:
La testimonianza di Placido Barresi, capo delle cosche torinesi. A lui le famiglie calabresi che si erano infiltrate nella curva della Juventus avevano chiesto di fare da paciere per trovare un accordo nella gestione del bagarinaggio.#Report #unasignoraalleanza pic.twitter.com/jUAzjgWB9C
— Report (@reportrai3) 22 ottobre 2018
In pratica, Bucci si sarebbe ucciso perché altrimenti si sarebbero accaniti su suo figlio. Lui diceva di essere un uomo morto, anzi lo stesso Bucci voleva farsi perdonare dalla stessa Juventus per la sua testimonianza. C’è anche un’intercettazione con Bonucci, già anticipata nei giorni scorsi.
«Aveva paura di essere ammazzato, Beppe, continuava a dirci che era un uomo morto. Non capivamo cosa c… dicesse. Ieri continuava a dirci: “Sono un uomo morto!”. Per paura che gli ammazzassero il figlio si è ammazzato lui».#Report #unasignoraalleanza pic.twitter.com/K6L6KkmfGZ
— Report (@reportrai3) 22 ottobre 2018
Il bagarinaggio continua
Il servizio si sposta poi sui casi che riguardano Marotta, il provino del giovane Bellocco (figlio di un boss nranghetista) e le intercettazioni sul tentativo di scalata di Lapo Elkann “mediate” da Dominello. Ne abbiamo già parlato qui. Gli striscioni a sostegno di Lapo non sono mai stati esposti. Report, subito dopo, si chiede com’è possibile che alla Juventus non sapessero chi fosse Rocco Dominello
Rocco Dominello è il figlio di un boss, Saverio, condannato nel ’96 per mafia (e nel 2012 vengono arrestati con la stessa accusa anche i due fratelli). Rocco però era pulito, era nullatenente e andava in giro con una Jaguar#Report #unasignoraaalleanza pic.twitter.com/yTBflFcCpU
— Report (@reportrai3) 22 ottobre 2018
Se Bucci sapeva e se anche il capo della Security della Juve sapeva delle indagini sui calabresi, come facevano in società a non sapere che Rocco Dominello fosse il figlio del boss? #Report #unasignoraalleanza pic.twitter.com/u2L8bIdbSE
— Report (@reportrai3) 22 ottobre 2018
Cannavaro e Iaquinta
Anche i calciatori hanno cercato di “ridurre” le contestazioni a loro carico parlando con gli ultras. Si citano Cannavaro e Iaquinta. Ma il punto fondamentale della vicenda è che la Juventus cerca di mediare con il proprio pubblico, con i propri ultras. Quindi, più o meno indirettamente, con la Ndrangheta. Alessandro D’Angelo dice di «voler viaggiare insieme» ai tifosi. Tanto da far incontrare Agnelli e Dominello, solo che il presidente prima ha detto di non averlo incontrato, poi di averlo effettivamente incontrato senza far sapere chi fosse.
Dalle intercettazioni di un altro mediatore del bagarinaggio, Bryan Herdocia, emerge che il bagarinaggio tocca cifre spaventose. I biglietti di Tottenham-Juventus sono stati rivenduti fino ad un prezzo di 250 sterline da una partenza di 35 pounds. E, soprattutto, che la vendita a prezzi maggiorati da parte degli ultras continua ancora oggi. O, quantomeno, è continuata fino a Valencia-Juventus e Juventus-Lazio, partite giocate un mese fa.
Gli striscioni di Superga
Per lo stesso principio, per assecondare e accontentare gli ultras, Alessandro D’Angelo fece passare degli striscioni sulla tragedia di Superga a Raffaello Bucci. I vari stendardi che componevano le scritte sono stati infiltrati con i camion del catering. Tutto, pur di accontentare i Drughi.
Il security manager della Juventus Alessandro D’Angelo cerca di evitare lo sciopero ultras, e li aiuta a far entrare uno striscione inneggiante la tragedia di Superga. E’ una delle intercettazioni da cui si è scoperta l’infiltrazione della ‘ndrangheta.#Report #unasignoraalleanza pic.twitter.com/efowVR1NkC
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