Come le grandi squadre, sa come si vince. Bastano un buon avvio e un finale in crescendo. Alla faccia di quelli che parlavano di Juve a 114 punti
Come le grandi squadre, il Napoli sa come si fa
Il Napoli non soffre di ansia da prestazione. A Udine doveva vincere per riaprire il campionato, e ha vinto. Da grande squadra. Con una prestazione che non passerà alla storia. Ma contavano i tre punti e il Napoli li ha portati a casa. Tre a zero e azzurri a meno quattro dalla Juventus che ha pareggiato in casa contro il Genoa, a dispetto di coloro i quali – e non erano pochi – avevano in maniera ridicola avviato il dibattito sulla possibilità che i bianconeri finissero il campionato a 114 punti.
Il Napoli ha sofferto il giusto, fondamentalmente poco, in un week-end in cui tante grandi squadre hanno sofferto la pausa per le Nazionali. Dalla Juventus al Real Madrid, senza dimenticare la Roma che non è una grande squadra ma di certo è più forte della Spal. Il Napoli va in gol con tre marcatori diversi: Fabian Ruiz, Mertens e Rog. E dopo nove giornate ha il secondo miglior attacco del campionato (18 gol segnati) e viaggia a una media di 89 punti a fine campionato. Ma, soprattutto, come le grandi squadre, sa quando è il momento di vincere e di approfittare degli errori degli avversari.
Undicesima formazione diversa consecutiva
Ancelotti non si smentisce e vara l’undicesima formazione diversa in undici partite tra campionato e Champions. Senza Insigne rimasto a Napoli per un affaticamento. Va invece in campo Koulibaly che è diffidato. Torna in porta Karnezis (ottima partita la sua, ancora una volta), viene riproposto Malcuit a destra con Hysaj a sinistra; al centro della difesa non si cambia (Albiol e Koulibaly). In mezzo al campo Allan (ancora una volta un’ottima prova la sua) e Zielinski, con Callejon e Verdi larghi e a supporto di Milik e Mertens. Il capitano è Callejon.
Lo schieramento cambia dopo un minuto. Verdi si ferma per un indurimento all’altezza dell’inguine. Al suo posto entra Fabian Ruiz che si piazza al fianco di Allan con Zielinski che va sulla sinistra. Senza Verdi, il Napoli ha solo giocatori stranieri in campo. E anche in panchina, ad eccezione del terzo portiere D’Andrea.
Il gran gol di Fabian Ruiz
Ancora una volta, ormai è un’abitudine, il Napoli comincia col piglio giusto. Venti minuti per chiuderla, poi un’ora con qualche pausa e una minima sofferenza per i tifosi, e infine i due gol che chiudono l’incontro. L’estetica la lasciamo ai filosofi oppure agli appassionati d’arte. Qui parliamo di calcio.
E tra l’altro di bellezza ne sfodera Fabian Ruiz al quarto d’ora con un tiro a giro, di destro (lui che è sinistro), che disegna una parabola imparabile per Scuffet. Come di solito accade, anche questo gol nasce da una palla persa dagli avversari. Il Napoli non ha occasioni memorabili per raddoppiare. Sembra però padrone del campo.
Squadra opaca per circa 45 minuti
Sembra. Comincia un lungo periodo che possiamo definire di appannamento. Albiol concede un paio di occasioni di troppo a Lasagna: in un’occasione è bravo Karnezis, nell’altra l’attaccante calcia debolmente. Anche Pussetto ha una palla buona nell’area piccola ma non la sfrutta.
Davanti, Milik e Mertens combinano poco. De Paul sfodera un’ottima prestazione e il Napoli, come spesso gli accade, non esita e farsi sentire anche con le entrate. Ammoniti Albiol, Allan, Mertens, Milik. Per Milik si teme addirittura l’espulsione, perché l’arbitro va a verificare al Var la sua entrata effettivamente dura proprio su De Paul.
Poi Ancelotti la risolve con Hamsik al posto di Milik
In realtà, però, a parte i patemi da tifosi e la parata già descritta su Lasagna, Karnezis non compie interventi da ricordare. Nella ripresa un’uscita, ancora sui piedi di Lasagna, su un cross basso ovviamente di De Paul. Il neoattaccante della Nazionale ha ancora un’occasione ma il suo diagonale di sinistro viene letteralmente murato – ma con le gambe – da Koulibaly. Il Napoli tira in porta solo grazie a un quasi pasticcio di Samir che sta per buttare un cross di Zielinski nella propria rete.
A questo punto, dopo aver visto che il suo Napoli non riusciva a rendersi pericoloso, Ancelotti decide di cambiare. Fuori Milik e dentro Hamsik. È il 74esimo. È la svolta. L’Udinese è stanca. Il Napoli riparte con più semplicità. E all’82esimo conquista un rigore. Azione di Malcuit sulla destra, palla dietro a Callejon che calcia a botta sicuro ma tra il pallone e la porta si frappone il braccio di Opoku. Calcio di rigore, il primo del campionato per il Napoli, che Mertens realizza con freddezza. Gol numero 71 in campionato con la maglia del Napoli per Dries che raggiunge Higuain e Altafini in questa speciale classifica.
La partita è finita. C’è ancora tempo per il terzo gol di Rog appena entrato al posto di Zielinski. Il Napoli di Ancelotti sa come si vincono le partite. Anche quelle che contano. Anche senza Insigne né Hamsik. La rosa corta si è definitivamente rivelata un miraggio dovuto al troppo caldo che spesso c’è a Napoli.