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In Inghilterra il pezzotto è “fisico”: viaggia sulle Fire Stick modificate e costa 30 sterline una tantum

Il Telegraph racconta la “stretta” della Premier. Un venditore è stato condannato a tre anni di carcere. Si era difeso così: “Chi compra il pezzotto non ha i soldi per permettersi il calcio legale”

In Inghilterra il pezzotto è “fisico”: viaggia sulle Fire Stick modificate e costa 30 sterline una tantum
Mg Verona 18/08/2024 - campionato di calcio serie A / Hellas Verona-Napoli / foto Matteo Gribaudi/Image Sport nella foto: microfono Sky Tv

ROMA – Se in Francia il pezzotto ha già vinto, in Spagna in Italia la raccontano come una battaglia epocale quasi da supereroi contro il male, negli Stati Uniti in pratica non esiste, è interessante capire il fenomeno in Inghilterra. Dove sopravvive il calcio più ricco di tutti, la Premier. Ci si dedica con un lungo approfondimento il Telegraph. E’ uno spaccato più originale, un po’ diverso dal nostro.

Tanto per cominciare il pezzotto, in Inghilterra, è più fisico che da noi: vendono delle Amazon Fire Stick “pezzottate”, modificate appositamente per poter accedere ai contenuti piratati. Costano 30 sterline, una tantum. Quindi prima notizia: in pratica in Gran Bretagna costa meno che da noi.

C’è stato un processo penale l’anno scorso contro un signore, tale Jonathan Edge. L’uomo vendeva alla gente le Fire Stick e il suo avvocato l’ha difeso così davanti alla corte: “Le persone che compravano i suoi prodotti non sono persone che probabilmente hanno i soldi per acquistare un abbonamento Sky. E’ gente della zona del Merseyside, non i ricchi di Londra”. Ovviamente è finita che l’hanno condannato a più di tre anni di carcere ai sensi del Fraud Act.

La scorsa settimana è arrivata un’altra condanna: Sunny Kanda, un 41enne di Halifax, è stato condannato a due anni di carcere per aver sfacciatamente utilizzato Facebook per vendere le suddette Fire Stick pezzottate.

“E’ una risposta diretta a quelli coinvolti in queste attività criminali, ma serve anche come forte avvertimento”, ha detto Kieron Sharp della Federation Against Copyright Theft, un’organizzazione che, in collaborazione con le forze di polizia inglesi, ha lanciato una stretta nazionale contro il pezzotto il mese scorso.

Nel 2023 l’Intellectual Property Office ha stimato che quasi quattro milioni di persone nel Regno Unito hanno utilizzato una fonte illegale per guardare lo sport in diretta.

“Sta rovinando il nostro business? No”, ha detto al Telegraph un insider di un’importante emittente. “È la minaccia più grande? Assolutamente sì”.

Entrando nello specifico del caso inglese, il Telegraph fa giustamente notare che la tecnologia hackerabile di Amazon è un problema anche per… Amazon, visto che è essa stessa detentrice dei diritti sportivi. E i competitor sono molto arrabbiati perché per non gli importi poi molto. Le Fire stick sono davvero facilissime da pezzottare.

La posta in gioco finanziaria è enorme: gli ultimi diritti di trasmissione nazionale della Premier League sono stati venduti per 6,7 miliardi di sterline. Peraltro pare che le associazioni criminali usino i pezzotti venduti a così poco per rubare le identità online.

David Ingham, la cui società Cognizant lavora con emittenti e titolari di diritti per identificare lo streaming illegale, sottolinea che il Fire Stick è semplicemente un meccanismo comodo. “È facile da vendere. Le persone hanno l’infrastruttura per collegarlo alle loro smart TV e sanno come usare una Fire Stick. È un dispositivo di consumo facile“.

Ingham ritiene che l’utente medio, e in effetti alcuni intermediari, non si rendano nemmeno conto di entrare in un mondo di pirateria, frode e furto di proprietà intellettuale. Per il resto la battaglia istituzionale è la stessa che conosciamo molto bene in Italia: il blocco dei provider quando li trovano e la richiesta a Meta, Google e X di rimuovere “quelle che spesso sono pubblicità aperte per rivenditori online illeciti o tutorial che mostrano alle persone come modificare un dispositivo”.

Il problema è che una lotta improbabile. Perché è un fenomeno internazionale che viene combattuto su scala nazionale. “C’è un dibattito in corso sulla regolamentazione e sulla misura in cui governi e polizia possono e dovrebbero affrontare la questione su base internazionale – continua il Telegraph – La Premier League ha già sostenuto raid a Singapore e San Paolo, così come azioni penali in Thailandia e Vietnam.

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