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Tomba: «Sinner è il nuovo Tomba? Ha detto che ha lasciato lo sci perché aveva paura»

A Tuttosport: «Ogni tanto ci sentiamo. Ci voleva uno come Jannik: qualche anno fa sognai che sarebbe arrivato il numero uno al mondo. Ecco, lui lo è».

Tomba: «Sinner è il nuovo Tomba? Ha detto che ha lasciato lo sci perché aveva paura»
Db Coriano (Rimini) 27/10/2011 - foto Daniele Buffa/Image Sport nella foto: Alberto Tomba

Alberto Tomba, 58 anni il prossimo 19 dicembre, ricopre il ruolo di ambassador dell’Appennino emiliano-romagnolo, le cui piste – partendo dal comprensorio del Cimone, Corno allo Scale e Cerreto Laghi – inaugurano la nuova stagione questo e il prossimo week-end. 

Tuttosport riporta un paio di battute dell’ex campione, prima tra tutte una su Sinner

«Dovete dirlo voi giornalisti se Sinner è il nuovo Tomba. Si tratta di anni e sport diversi. Se vi ricordate, disse che lasciò lo sci perché non si possono commettere errori. Anche lui pensa che ci siamo scambiati i ruoli: potevo fare io il tennista e lui lo sciatore, venendo dal nord. Ogni tanto ci sentiamo. Ci voleva uno come Jannik: qualche anno fa sognai che sarebbe arrivato il numero uno al mondo. Ecco, lui lo è».

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Sullo sci oggi:

«Le donne sono quelle forti. Aspettiamo: non è facile trovare il mio erede. Manca la costanza, qualcuno che vada in slalom e in gigante. In discesa tra gli uomini è già meglio; speriamo bene. Vedremo le prime gare del fine settimana in Sudamerica. Io ho smesso 26 anni fa. E’ bello sui social leggere come i bimbi di oggi a 6-7 anni, con un papà sportivo, sanno già tutto di me. Forse avrei potuto tirare avanti fino a Torino 2006. Così anche i ventenni si sarebbero ricordati meglio di me. Ogni tanto ci penso, con un po’ di rammarico. Ma come dice il mio club, ho chiuso la carriera da vincente, e ho fatto bene così. La Vonn se tornerà a fare la discesa libera deve fare attenzione, con tutti gli incidenti che accadono. Hirscher si è fatto male. Dopo tanti anni il fisico non è sempre al top. Se decidi di tornare, dovresti perfezionarti su una sola specialità».

Sulla sua fedeltà a Bologna e alle sue montagne:

«Sono fedele nei secoli. Sto bene qua, sono i posti più belli. Il mio Appennino mi ha sempre dato una gran carica. Nelle ultime stagioni di Coppa del mondo mi allenavo spesso su queste piste. Dopo i due ori  spagnoli, tornai a toccare la croce. Questi sono ricordi che restano per sempre nel cuore. Sono passati 30 anni da quel gigante in cui ero ventunesimo nella prima manche, poi feci una seconda in cui stavo per tirare giù dal podio quelli che stavano già facendo la premiazione: quarto a pochi centesimi. Il 4 dicembre  1994 vinsi lo slalom di Tignes. E poi 11 successi di fi la, e la Coppa del mondo generale a Bormio nel 1995»

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