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Sinner, il direttore generale della Wada: «C’è ancora una responsabilità dell’atleta»

Le sue dichiarazioni all’Afp: «La nostra posizione è che c’è ancora una responsabilità dell’atleta nei confronti di coloro che lo circondano. Non ci sarà nulla prima della fine dell’anno»

Sinner, il direttore generale della Wada: «C’è ancora una responsabilità dell’atleta»
Italy's Jannik Sinner holds a press conference after he lost his men's singles semi final match against Spain's Carlos Alcaraz on Court Philippe-Chatrier on day thirteen of the French Open tennis tournament at the Roland Garros Complex in Paris on June 7, 2024. (Photo by Bertrand GUAY / AFP)

Il caso doping in cui Jannik Sinner è coinvolto va avanti da diversi mesi. L’Agenzia mondiale antidoping (Wada) ha fatto ricorso a settembre contro l’assoluzione del tennista italiano.. La decisione del Tribunale Arbitrale dello Sport (Cas) non sarà emessa prima della fine dell’anno, lo ha assicurato la Wada all’Afp.

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Il direttore generale Wada: «Su Sinner non ci sarà nulla prima della fine dell’anno»

«Non ci sarà nulla entro la fine dell’anno», ha dichiarato giovedì Olivier Niggli, direttore generale dell’autorità antidoping, in un’intervista, che ha chiesto una squalifica di uno o due anni contro il numero 1 del mondo. «Nella decisione si è ritenuto che non ci fosse alcuna colpa da parte di Sinner. La nostra posizione è che c’è ancora una responsabilità dell’atleta nei confronti di coloro che lo circondano. Quindi è questo punto legale che sarà discusso davanti al CAS», ha aggiunto.

Abodi: «Se la Wada vuole cambiare le regole sul doping perché non applicarle subito?»

Il ministro dello Sport Abodi è intervenuto quest’oggi sul caso Sinner-Swiatek, a margine della presentazione del progetto “Alleniamoci al rispetto” a Roma. L’Agenzia Mondiale Antidoping è sul punto di cambiare le regole che riguardano la considerazione di cosa sia o meno il doping. Di quali e quante sostanze siano ritenute effettivamente dopanti, per evitare dei casi come quelli del Clostebol o in generale altri farmaci/pomate/presidi medici che in effetti non alterano neanche minimamente le prestazioni sportive. Abodi ha voluto chiarire la sua posizione, poiché in effetti – una volta che la Wada ha ritenuto di iniziare a cambiare rotta – potrebbe essere opportuno intervenire prima che le vecchie disposizioni facciano danni sul n.1 del mondo tennistico. Di seguito quanto dichiarato dal ministro:

«Da un lato verrebbe da dire non è mai troppo tardi, dall’altro se arrivati a questa conclusione perché non applicarla da subito anche se ormai il fatto è accertato, siamo in una zona di frontiera. Quanto meno quello che è successo è riuscito a scuotere le coscienze della Wada e a far comprendere che contrastare il doping passa anche da un’interpretazione dei fatti più puntuale e profonda.»

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