Actu Foot scrive: dieci giorni fuori. Ma Relevo mostra che i tempi reali di recupero sono sempre più brevi di quelli fatti filtrare dal club
Mbappé fermo dieci giorni: Actu Foot prova a interpretare il fumoso comunicato del Real Madrid
Mbappé si è fatto male a Bergamo, è uscito nel primo tempo dopo aver segnato il gol dell’iniziale vantaggio. A fine match Ancelotti ha detto che non era nulla di grave. Oggi il comunicato del club:
Dopo i test effettuati oggi sul nostro giocatore Kylian Mbappé dai medici del Real Madrid, gli è stato diagnosticato un infortunio alla coscia della gamba sinistra. In attesa di evoluzione.
Per Actu Foot il francese resterà fermo dieci giorni. Molto probabilmente giocherà la finale di Coppa Intercontinentale in programma il 18 dicembre a Doha.
Nei giorni scorsi Relevo aveva scritto della strana gestione degli infortuni da parte della Casa Blanca che annuncia sempre infortuni più gravi del previsto, così i calciatori recuperano prima. L’ultimo caso è stato Vinicius che ha regolarmente giocato a Bergamo in Champions.
La lunga casistica prima dell’ultimo stop a Mbappé
Nei giorni scorsi Relevo scrive così:
Venerdì scorso la sorpresa: Vinicius, a cui erano state diagnosticate tra le tre e le quattro settimane di riposo a causa di un infortunio muscolare, ha iniziato ad allenarsi con il gruppo 12 giorni dopo aver subito lo stop a Leganes. Oggi (il pezzo, appunto, è di un paio di giorni fa, ndr) può partire titolare a Bergamo contro l’Atalanta. Il caso del brasiliano è solo l’ultimo di una lunga serie di esempi di calciatori il cui rientro era previsto molto più tardi… e quasi miracolosamente hanno anticipato i rientri. Il caso – scrive Relevo -ha la sua spiegazione.
Tutto cominciò con Camavinga che si infortunò ad agosto. Il suo periodo di assenza fu stimato in sei-sette settimane e tornò dopo cinque. Bellingham, ko lo stesso mese, invece di restare fermo 30 giorni è rientrato dopo 21. Lo stesso è accaduto a settembre con Ceballos (cinque settimane invece di due mesi), Brahim (sei settimane invece di dodici) e Mbappé (venne considerato out per due o tre settimane ma tornò dopo sette giorni per giocare a Lille). La dinamica si è ripetuta a ottobre con Rodrygo (da tre settimane teoriche a due) e a novembre con Tchouameni (da sei settimane a quattro), Rodrygo, Lucas Vazquez (da tre settimane a due) e ora Vinicius (da tre-quattro a due). Ma dietro questi sorprendenti ritorni, che quasi rasentano il misterioso, non c’è nulla di segreto se non un modus operandi accuratamente preparato dai medici e supportato dal reparto comunicazione incaricato di trasmettere ai media (e da molti ai soci e ai tifosi del club) l’intervallo di tempo necessario al recupero dei calciatori.
Relevo scrive:
Il fatto che il Real Madrid sia abituato a filtrare scadenze più lunghe di quelle effettivamente diagnosticate è semplicemente dovuto a un metodo di protezione per i medici e per i giocatori stessi. Una sorta di rete di sicurezza. Non molto tempo fa, la comunicazione cercò di essere più precisa ma nacquero tensioni che hanno suggerito di cambiare metodo. Ovviamente ora i giornalisti hanno capito e non si fidano.
Relevo scrive che in questo modo al Madrid i medici e anche i calciatori infortunati lavorano con più calma, senza pressioni. La guarigione non può avere fretta.
I periodi di recupero si accorciano perché la prima diagnosi di solito serve a coprirsi la schiena in caso di contrattempi e a togliere pressione al calciatore.