A Radio Serie A: «Ho un bel rapporto con lui, ci sentiamo ancora. I tifosi accettano la sconfitta se vedono che sudi la maglia. Tiraggiro? Mi sono ispirato a Del Piero».
Lorenzo Insigne ha rilasciato un’intervista a Radio Serie A, di cui ieri era uscita un’anticipazione.
Insigne: «Quando Ancelotti andò via fui incolpato io, ma conservo ancora un bel rapporto con lui»
Il “tiraggiro”:
«Non l’ho inventato io. Sono napoletano, non sarò mai juventino, ma l’ho imparato guardando Del Piero. Sono cresciuto in quegli anni in cui lui era famoso per questo tiro e mi sono ispirato a lui».
Il primo gol:
«Non lo scordi. Segnare il primo in Serie A con la maglia del Napoli, per un napoletano, è un’emozione che non posso spiegare. Non aver vinto lo scudetto non mi pesa. Mi è solo dispiaciuto non essere stato lì a festeggiare, ma l’ho fatto da lontano con la mia famiglia».
La visita al murales di Maradona:
«Ci tenevo tantissimo, lui ha fatto la storia. Ho portato i miei figli ed è stato emozionante; Diego è stato il calciatore più forte di tutti i tempi».
L’infanzia:
«Il mio sogno è sempre stato quello di indossare la maglia del Napoli, ci sono riuscito con i sacrifici della mia famiglia; se ripenso al passato ho tanti bei ricordi, come l’esordio e il primo gol in Champions. Mi sono goduto tutti i momenti».
Su Zeman, avuto a Foggia e Pescara:
«E’ molto simpatico, ma quando si doveva lavorare si lavorava. La prima settimana tornavi a casa distrutto e non riuscivi a camminare, ma sono stati allenamenti che mi sono serviti anche per il Napoli».
Su Mazzarri:
«Mi disse al primo incontro che doveva scegliere fra me e un altro giocatore. Io mi misi sotto e alla fine scelse me, dopo un prestito alla Cavese».
Su Benitez:
«Ha portato tanta esperienza, ha vinto tanti trofei e ha portato a Napoli giocatori come Higuain, Callejon e Albiol con cui abbiamo vissuto anni importanti».
Il rapporto con Higuain:
«Giocare con lui era bellissimo, perché rendeva tutto facile. La finale di Coppa Italia 2014 fu emozionante, peccato che non potemmo festeggiare per la tragedia all’Olimpico».
Sarri e l’intuizione di Mertens punta:
«Con lui abbiamo giocato un calcio spettacolare, avremmo meritato un trofeo. Il mister all’inizio sembra duro, ma poi abbiamo costruito un bel rapporto. Se non gli dai tempo, non riesce a far passare bene l’idea del suo calcio. Con Mertens ebbe un’intuizione straordinaria».
Ancelotti e l’ammutinamento:
«Quando è andato via sono stato incolpato per averlo fatto allontanare. Conoscendo De Laurentiis, non potrei mai essere stato io. Col mister ho un buon rapporto, lo sento ancora, ma qualcosa non funzionò e gli allenatori sono sempre quelli che pagano. Né io, né i miei compagni lo abbiamo allontanato, a volte ci sono annate difficili. Poi la sua carriera parla per lui».
Su Gattuso:
«E’ arrivato in un momento difficile, ma anche con lui ho avuto un grande rapporto, lo sento quasi tutti i giorni. E’ riuscito a tirar fuori diverse cose, poi era un periodo complicato… anche lui ha belle idee e un grande staff, spero possa tornare in un grande club in Italia».
Il rapporto con i tifosi del Napoli:
«Quando le cose non vanno bene, tutti i tifosi criticano. In undici anni ho avuto un gran rapporto con loro, logicamente essendo il capitano, avevo più responsabilità. Il tifoso accetta la sconfitta se vede che la maglia l’abbiamo sudata fino all’ultimo. Mi dispiace per l’anno scorso, ma nel calcio è difficile ripetersi».