Repubblica scrive dell’ossessione del presidente della Fifa di essere ricordato, tanto fa voler a tutti i costi questa coppa che solo lui vuole
Gabriele Romagnoli sulle pagine di Repubblica scrive oggi che giovedì prossimo a Miami, il sorteggio del campionato del mondo per club sarà una cerimonia che “avverrà nella generale mancanza d’entusiasmo, con una eccezione: Gianni Infantino”. Il suo sogno secondo quotidiano arebbe quello di legare il suo nome a questa competizione come accaduto per Rimet con il mondiale per nazioni. Anche per questo ha fatto in ridere il suo nome sulla coppa ben due volte.
Ma Infantino è davvero l’unico a volere questa competizione
“Di giocare tra la metà di giugno e quella di luglio nessun altro sentiva veramente il bisogno. Non i calciatori, che arriveranno sfiniti. Non i loro dirigenti, che temono più danni che vantaggi. Non gli sponsor e le tv, che ancora non hanno sottoscritto contratti. E neppure gli appassionati. Provate a chiedere a un interista che cosa vorrebbe mettere in bacheca in questa stagione: la coppa Infantino se la giocherà con la coppa Italia. E non è detto che vinca. Non ora, almeno”.
Leggi anche: No Messi no sponsor (come Maradona nel 94): Infantino annuncia l’Inter Miami al Mondiale per club
Infantino ha fatto di tutto per portare avanti questo progetto, in ultimo ripescare Messi per aiutare l’interesse degli sponsor.
“Stando vicino a certi potenti si impara che le regole devono avere il rispetto di tutti, tranne il loro. Eppure il potere sfuma, le cariche cessano, la vita passa. La brama di essere ricordati è una trappola. Infantino non dovrebbe leggere neppure i filosofi, gli basterebbe Ines de la Fressange quando scrive a Erri De Luca: «Ogni giorno mi domando come vorrei essere ricordata. Eppure, nel contempo, non mi spaventa essere dimenticata. Sarà un principio di saggezza?» Eccome. «Ciò che consideriamo davvero importante nella nostra vita sono le storie d’amore». Infantino ha una moglie da cui ha avuto 4 figlie. Chissà se nella fede nuziale ha fatto incidere due volte il suo nome”.