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Thiago Motta: «È una vittoria importante e meritata»

A Sky: «Li considero come i miei ragazzi non i miei giocatori, mi piace parlare con loro. Quando perderò questo mio lato emotivo cambierò lavoro»

Thiago Motta: «È una vittoria importante e meritata»
Db Verona 26/08/2024 - campionato di calcio serie A / Hellas Verona-Juventus / foto Daniele Buffa/Image Sport nella foto: Thiago Motta

Dopo la vittoria contro la Lazio, maturata con un autogol e dopo aver giocato 70 minuti con un uomo in più, il tecnico della Juventus, Thiago Motta, ha rilasciato alcune dichiarazioni ai microfoni di Sky

Le parole di Thiago Motta

«Continueremo a lavorare su tutto. La pazienza è stata la nostra qualità, soprattutto nel secondo tempo, perché abbiamo trovato una squadra che si è chiusa molto molto bene. È chiaro che con l’entusiasmo certe volte i ragazzi sono stati un po’ frenetici. È meglio creare meno occasioni a volte. Nel secondo tempo abbiamo fatto meglio. Il gol è arrivato quando la loro squadra era in difficoltà. È una vittoria importante e meritata».

In partita come questa con pochi spazi che ruolo potrebbe avere il tiro da fuori? 

«Molto importante. Però fatto nel modo giusto. Il tiro di Fagioli non era fatto bene».

Cambiaso è il tuo giocatore ideale

«Andrea sta diventando un giocatore importante. Un giocatore molto completo che sa di poter migliorare molte cose. Che oggi deve fare molta attenzione al suo fisico perché sta disputando tante partite».

È d’accordo con la frase di Velasco : «L’allenatore è prima di tutto un insegnante, per questo deve uccidere il giocatore che è stato»

«Quando sono stato giocatore tanto tempo fa, sono stato sempre una persona che non sa nascondere le emozioni. Delle volte è positivo e delle volte no, perché non vorrei trasmettere una preoccupazione o un’insicurezza. Oggi come allenatore ci sono tante situazioni in cui per loro non è facile capire o essere d’accordo. Finché sarò così allenerò, quando perderò questo mio lato emotivo per cui mi sento uno di loro, cambierò lavoro. Io parlo con loro, sono i miei ragazzi più che i miei giocatori. Il rapporto con loro e la cosa che mi piace di più, poi fa parte del mio lavoro fare delle scelte, ma è la cosa più difficile».

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