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Guardiola: «Se la Federcalcio inglese mi ha contattato? È stato scelto Tuchel, il resto non conta»

In conferenza: «Mi piacerebbe allenare una Nazionale, ma non ho ancora deciso sul mio futuro al City. Cosa aspetto? Il meteo! Aspetto che cambi, poi deciderò»

Guardiola: «Se la Federcalcio inglese mi ha contattato? È stato scelto Tuchel, il resto non conta»
Manchester City's Spanish manager Pep Guardiola smokes a cigar as he attends an event for fans with members of the Manchester City football team following an open-top bus parade through Manchester, north-west England on May 23, 2022, to celebrate winning the 2021-22 Premier League title. Manchester City's latest Premier League title triumph established the champions as a burgeoning dynasty. City's fourth title in five seasons is arguably the greatest achievement of Guardiola's glittering career as he found a way to hold off Liverpool's relentless challenge by one point. (Photo by Oli SCARFF / AFP)

Si fa un gran parlare del futuro di Pep Guardiola al Manchester City. Oggi nella conferenza prima della partita contro il Wolverhampton, ha ribadito nuovamente di non aver ancora deciso. L’allenatore del City ha anche parlato della scelta di  Tuchel a ct dell’Inghilterra.

Guardiola: «Cosa aspetto per decidere? Il meteo! Aspetto che cambi»

Prima un appunto sulle condizioni di Aké e De Bruyne:
«No, non penso che giochino. Si stanno allenando e stanno finendo il processo di recupero, ma non sono pronti. Aké ieri si è allenato per la prima volta con il resto del gruppo. Magari viaggiano, ma non credo che saranno titolari».

Cosa preoccupa di più Guardiola degli avversari di domani?
«Hanno meno punti di quanto meritano. Durante la sosta per le Nazionali ho avuto l’opportunità di guardare diverse loro partite e penso che abbiano meno punti di quanto meriterebbero. È sempre una squadra difficile, domenica non farà eccezione».

Cosa ne pensi dell’ingaggio di Tuchel come allenatore dell’Inghilterra? La federazione ti ha contattato in qualche momento?
«Tuchel è stato scelto, quindi congratulazioni. È un ottimo lavoro e, dopo nove anni qui, posso solo augurare il meglio all’Inghilterra. Io sono l’allenatore del City e Tuchel è già confermato, il resto non conta».

Cosa ne pensi del dibattito sulla nazionalità dell’allenatore inglese?
«Succede qualcosa, qualcosa su cui nessuno può intervenire o per cui nessuno può fare nulla. E questo è scegliere il luogo dove si nasce. I tuoi genitori lo dicono e nove mesi dopo sei qui, ma non decidi nulla. Non ho deciso io di essere catalano, nessuno ha deciso di essere inglese. Capisco che la gente preferisca un allenatore inglese, ma allo stesso tempo, in questo mondo se la squadra fa male con un allenatore inglese, verrà criticata duramente. La federazione ha optato per un allenatore straniero con un buon track record, riconosciuto e di talento.

Gli auguro il meglio. Merita di avere sostegno perché cercherà di fare del suo meglio. Se vinci riceverai elogi e se perdi sarai criticato, indipendentemente dalla tua nazionalità. Il mondo è molto grande, dobbiamo essere un po’ più aperti. Sono venuto per contribuire con ciò che so, ma anche per imparare da ciò che è qui. Al giorno d’oggi ci sono persone che credono di stare meglio grazie al luogo in cui sono nate, basti guardare Russia, Ucraina, Israele e Gaza. È terribile. Non penso che si debba criticare qualcuno per il luogo in cui è nato».

Ti piacerebbe allenare una Nazionale una volta finita la tua permanenza al City?
«Sì, ma non ho ancora deciso sul mio futuro al City. Quando lo farò ti farò sapere. Non c’è molto altro da dire, quello che mi preoccupa di più adesso è la partita contro i Wolves. Il fattore che deciderà il mio futuro al Manchester City? Il meteo! Aspetto che cambi, poi prenderò una decisione. A dire il vero, da parte del club non ho mai ricevuto pressioni affinché decidessi in fretta il mio futuro. Sono sicuro che il City ha delle opzioni nel caso in cui un giorno me ne andassi».

Ti mancherà Begiristain (ex ds del City) quando andrà via a fine stagione?
«Una parte di me se ne va. Se ne va un amico, artefice di una delle squadre più belle della storia al Barcellona e poi qui. So da molto tempo della sua decisione di partire e so che è molto grato per il tempo trascorso qui. Mi mancherà per la sua fiducia, per l’equilibrio che mi ha dato. Quando le cose non andavano bene e volevo distruggere tutto, mi diceva sempre di calmarmi. Prenditi un caffè e ne parliamo domani. Mi ha aiutato molto al Barcellona e qui. La società è molto ben strutturata, dobbiamo andare avanti».

Perché Guardiola e Begiristain sono rimasti così a lungo a Manchester?
«Non ci aspettavamo di restare qui così a lungo. Ma è successo perché abbiamo vinto tanto, altrimenti mi avrebbero licenziato. Fine con i segreti».

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