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Cazzullo: “in treno da Roma a Reggio Calabria sul Frecciarossa, con uno scarafaggio e tre ore di ritardo”

Per il Corriere della Sera: “il pavimento e i tavolini erano sporchi, nessuno ha pulito, nessuno ha chiesto scusa. E nessuno ha protestato”

Cazzullo: “in treno da Roma a Reggio Calabria sul Frecciarossa, con uno scarafaggio e tre ore di ritardo”
A woman waits in the first Frecciarossa, a high-speed train of the Italian national train operator, Trenitalia, before leaving the Gare de Lyon, on the Milan-Turin-Lyon-Paris line in Paris on December 18, 2021. (Photo by GEOFFROY VAN DER HASSELT / AFP)

Aldo Cazzullo, nella rubrica delle lettere che tiene sul Corriere della Sera, descritto il suo viaggio “della speranza” in treno da Roma alla Calabria a bordo di un Frecciarossa.

Il giornalista-scrittore risponde a un lettore che commenta il blocco ferroviario di qualche giorno fa e lo fa con il racconto del suo viaggio tra briciole, noncuranza e uno scarafaggio.

Sono quarant’anni che sento dire che prima del ponte bisogna costruire le ferrovie in Calabria e in Sicilia, e nel frattempo non abbiamo né il ponte, né le ferrovie moderne.

Venerdì scorso ho tentato un azzardo: sono andato in Calabria da Roma in treno. Un Frecciarossa, tutt’altro che economico. Il treno viaggiava con un’ora di ritardo, che sono diventate due. Quando sono sceso a Paola erano diventate due ore e mezza, prima di Reggio Calabria saranno senz’altro aumentate. Insomma, sul treno ho trascorso mezza giornata.

Sul Frecciarossa nessuno ha chiesto scusa né ha tolto lo scarafaggio

In tutto il tempo non c’è stato un annuncio. A bordo c’erano pochissimi posti liberi. Ma nessun passeggero ha sentito una parola di scuse, di spiegazione, anche solo di informazione. I passeggeri, quasi tutti calabresi, non hanno protestato. Dicono che sono abituati, che è sempre così. Il pavimento era pieno di briciole, i tavolini erano sporchi, ma è stato inutile dirlo a tre ferrovieri diversi: a pulire non è venuto nessuno. A un certo punto nel corridoio è apparso un gigantesco scarafaggio, che una passeggera, la signora Lisa, ha fotografato. Anche per far passare il tempo, è iniziata una discussione: schiacciarlo o no? Nel frattempo ci siamo affezionati, e si è deciso di lasciarlo vivere: è stato un buon compagno di viaggio, si è anche spazzolato un po’ di bricioline. In compenso, nessuno ha controllato il biglietto; non allo scarafaggio, a noi umani.

Purtroppo siamo scesi dal treno con l’impressione che il personale, per quanto incolpevole, si muova come chi ha lo stipendio garantito dallo Stato, e non finanziato dai clienti, com’è in realtà. E il primo a dare quest’impressione è l’amministratore delegato delle Ferrovie. Pagherà mai qualcuno, per quest’estate nera dei trasporti, che sta diventando un autunno cupo? Dice: prendi l’aereo. L’altro giorno il volo è arrivato a Fiumicino puntuale. Abbiamo aspettato mezz’ora il finger, bloccati sulla pista. L’eventualità che un mezzo di trasporto arrivi puntuale in Italia non è contemplata. 

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