Il Telegraph: “Così può controllare il messaggio esattamente come desidera”. È su YouTube, non c’è trama, sono le sue giornate, è piatto
Il Telegraph non sembra aver accolto con entusiasmo il proliferare dei documentari sul calcio. “È arrivato un documentario dietro le quinte su Jude Bellingham con tutti gli orpelli di una produzione in streaming ad alto budget”. Lo scetticismo è palpabile. “Di sicuro quando il tuo soggetto è il nuovo re del calcio europeo, hai questo tipo di accesso e così tante riprese con i droni che non può che significare “esclusiva di Netflix”?”.
Invece “Jude Out of the Floodlights” è disponibile gratuitamente su YouTube. Già quattro milioni di persone hanno guardato le prime tre puntate, in attesa dell’ultima che copre la finale di Champions League e il periodo prima degli Europei. Bellingham, l’inglese eccezionale che non ha mai giocato un minuto in Premier League, non fa nulla di convenzionale. C’è un motivo se pochi sapevano dell’esistenza di questo documentario.
Il documentario su Bellingham: “Jude Out of the Floodlights”
“Bellingham – spiega il Telegraph – è il primo vero A-lister dei media post-mainstream del calcio“. Ovvero: con i social media, la stampa o i media tradizionali non hanno particolare interesse ad intervistare le star come lui. C’è tutto sui social già. Infatti, “Bellingham deve ancora rilasciare un’intervista esclusiva tradizionale a un giornale, a un canale televisivo o radiofonico”. Ma perché mai dovrebbe farlo?! Anche perché “documentari come questo, sono prodotti da Bellingham Media, di cui suo fratello e i suoi genitori sono registi“. È quindi interamente autoprodotto da Bellingham e dalla sua famiglia. “Così può controllare il messaggio esattamente come desidera“. Il documentario ha già quattro milioni di visualizzazioni.
Chi si aspetta succulenti retroscena, potrebbe rimanere deluso. “Si inizia con il soggetto seduto, inquadrato goffamente e fuori fuoco, come tutti i documentari ormai devono fare. Qualsiasi illusione di sincerità viene rapidamente disillusa. È emozionante se hai un feticcio per i calciatori che sono cortesi con chiunque incontrino durante i servizi fotografici“.
Difficile non provare comunque simpatia per il giovane inglese e la sua famiglia. “La mamma Denise dedica a Jude un’attenzione che non si vedeva a Madrid dai tempi migliori di Pepe. La vediamo mentre supervisiona le prove dei vestiti, lo accompagna all’allenamento e lo filma ripetutamente con il suo telefono, apparentemente ignara della troupe del documentario con telecamere leggermente migliori che fa lo stesso“.
Una produzione in cui non c’è alcun arco narrativo, che “consiste semplicemente nel passare del tempo con un ragazzo attraente e simpatico“. Gli eventi si susseguono con estrema velocità e poi “ci soffermiamo per minuti a guardare le attività promozionali per l’Ea Sport Fc (videogioco, ndr). Le rapide sequenze di gol e gli straordinari momenti in campo a volte sembrano stranamente piatti“.
I momenti più interessanti sono le piccole confessioni che l’inglese fa. Come “il sollievo che prova durante le partite rispetto alla richiesta di selfie da parte dei tifosi“. “Al Bernabéu, Bellingham esprime la sensazione di avere lo stadio sotto controllo, controlla l’umore di migliaia di persone con i suoi gol. Questa è una cosa insolita per un 21 anni, ed è ancora più raro esprimerla in modo così succinto come fa lui. La cosa più notevole di Bellingham è che in qualche modo, finora, è rimasto normale“.