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I dipendenti della Roma vivevano nel terrore di essere chiamati dalla Souloukou per essere cacciati

Repubblica Roma: E stata “dimissionata” per la sua gestione è stata condotta al motto “io sono io e voi non siete”.

I dipendenti della Roma vivevano nel terrore di essere chiamati dalla Souloukou per essere cacciati
As Roma 20/05/2023 - campionato di calcio serie A femminile / Roma-Inter / foto Antonello Sammarco/Image Sport nella foto: Lina Souloukou

È stata decisamente una settimana difficile nella Capitale. Si è partiti con l’esonero di De Rossi, dopo ne sconfitte, per culminare alle dimissioni della Ceo Souloukou. “Dimessa. Meglio dire, dimissionata” scrive Repubblica Roma che definisce la situazione alla Roma disastrosa a causa del suo operato. La sua gestione è stata condotta al motto “io sono io e voi non siete”, ed ha lasciato dietro di sé solo macerie.

L’unico punto a suo favore è stato quello relativo allo sponsor arabo da 25 milioni portato grazie ai suoi contatti, ma “il prezzo ripagato a tutto questo, è stato l’azzeramento o quasi della società, con i dipendenti che vivevano nel terrore di essere chiamati per essere cacciati, con un management redotto all’osso, un direttore sportivo fantasma e poco altro”. 

La greca è stata dunque vittima della sua stessa sete di potere, senza capire che per comandare c’è bisogno di collaboranti capaci. Tutto questo i Friedkin lo hanno capito in ritardo. E forse glielo hanno fatto capire i tifosi della Roma con l’annunciato sciopero del tifo andato in scena ieri in cui hanno effettivamente preso atto che quel consenso a cui tengono tanto è ridotto a zero”.

Souloukou: meglio dimissionaria che licenziata

Friedkin hanno dimostrato di vivere soprattutto di consenso popolare da quando sono a Roma. Le uniche immagini pubbliche sono quelle scattate nei momenti di festa: la vittoria della Conference League, l’arrivo di Mourinho, Lukaku e Dybala. Il dissenso non è ben visto. Men che meno una contestazione come quella di ieri all’Olimpico. Da qui la risoluzione. La decisione dei proprietari, nettissima, avrebbe spinto Lina Souloukou giocare d’anticipo. Meglio uscire da dimissionaria che con un licenziamento.

Nel comunicato c’è un passaggio chiave: i Friedkin parlano di una «costante attenzione ai valori che rendono la nostra squadra così speciale». Traduzione: qui contano le bandiere, le radici e i tifosi. Tutto quello che l’ad aveva contro. E per una proprietà molto attiva nell’allontanare i “colpevoli”, additare Lina Souloukou come responsabile è stata quasi una conseguenza. 

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