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Conte: «Non sopporto i calciatori egoisti. In campo non conta un solo aspetto, ma la collettività»

Ai canali della Serie A: «Sono arrivato sempre in situazioni in cui non ho mai trovato una macchina pronta; sempre macchine da resettare e preparare bene».

Conte: «Non sopporto i calciatori egoisti. In campo non conta un solo aspetto, ma la collettività»
Ni Napoli 31/08/2024 - campionato di calcio serie A / Napoli-Parma / foto Nicola Ianuale/Image Sport nella foto: Antonio Conte

Antonio Conte, tecnico del Napoli, ha parlato ai canali ufficiali della Lega Serie A in merito alla sua nuova avventura sulla panchina azzurra.

Conte: «Non sopporto i calciatori egoisti. In campo non conta un solo aspetto, ma la collettività»

Quanto le mancava la Serie A?

«Mi mancava il calcio in generale. Ogni tanto c’è bisogno di staccare la spina, anche perché chi vive il calcio come me con grande passione, dà al calcio tante ore della giornata e ha bisogno di recuperare. Adesso ho tante energie, sono molto carico».

Qual è il motivo più importante per cui ha scelto Napoli?

«Ho visto Napoli come una sfida vincente, come un’opportunità importante per me di vivere una città meravigliosa e di vivere i tifosi passionali che vivono per il calcio. E’ una sfida molto difficile, ma penso di essere nel pieno della mia maturità per viverla; ci vuole tanta energia, tanta forza e tanto entusiasmo. Sono in una piazza molto esigente».

Lei è bravissimo nel riportare in alto squadre che hanno vissuto un periodo complicato. Anche ora sarà così?

«Me lo auguro. La mia storia dice che sono arrivato sempre in situazioni in cui non ho mai trovato una macchina pronta; sono dovuto salire sempre su macchine da resettare e preparare bene».

In quale aspetto lavora principalmente per entrare nella testa dei giocatori?

«L’aspetto determinante è il noi, deve sparire l’egoismo. Col singolo non vai da nessuna parte, è la squadra che ti porta a vincere o a perdere; è inevitabile che dentro una squadra ci sono giocatori di talento e tu devi essere bravo a esaltare il talento per il bene della squadra. Il noi deve essere alla base di tutto, con i calciatori egoisti non vado d’accordo».

“Amma fatica'” è diventato il suo motto…

«In un’intervista quando ero al Chelsea, i giornalisti contarono quante volte dissi la parola “lavorare”. Sarà un percorso in cui dovremo essere disciplinati e credere in ciò che stiamo facendo, non mollando nei momenti di difficoltà».

Andrea Agnelli alla Juventus, Zhang all’Inter, De Laurentiis al Napoli… è più facile scrivere nuove pagine vittoriose quando ci si confronta con presidenti che sanno vincere?

«Nella storia può esserci un po’ di polvere sopra, poi se inizi a toglierla, emerge la storicità dei club e ti può dare una grande mano questo. Ho avuto il piacere di avere due presidenti molto giovani che non avevano mai vinto e che hanno vinto con me, scrivendo la storia insieme. De Laurentiis ha vinto uno scudetto… come per tutte le esperienze precedenti, ho messo a disposizione la mia competenza per aiutare a fare bene. Poi sapete bene che vince una sola squadra, le altre competono. Ma chi non vince, non significa che non abbia costruito qualcosa di buono».

Il Napoli la scorsa stagione ha subito 55 gol: è importante quindi l’arrivo di uno come Buongiorno in difesa, o il lavoro collettivo?

«L’Inter l’anno scorso ha vinto lo scudetto e aveva la miglior difesa. Difficilmente chi vince qualcosa di importante concede tanto. Sicuramente devi avere o il miglior attacco o la miglior difesa. Non conta solo un aspetto, bisogna essere molto equilibrati».

Come vorrebbe che venisse ricordato tra qualche anno il Napoli di Conte?

«L’importante è emozionare le persone dando tutto. Se dai tutto, la gente si ricorda di te di quello che hai fatto. Magari poi si può arrabbiare perché cambi squadra, ma è importante essere ricordati per aver dato tutto per la maglia».

Si dice che i cicli di Conte siano triennali… Napoli può essere il posto giusto per una permanenza più lunga?

«Ci sono tanti allenatori che dicono che dopo tre anni bisogna cambiare tutto. Quando inizi un ciclo speri possa durare a lungo, anche perché quando ci lavori bene lasci strutture importanti; quindi più riesci a stare, più prendi benefici del lavoro di tanti anni e quando vai via, lasci una bella eredità».

Chi è la favorita per lo scudetto?

«Non mi interessa. Sono concentrato sul Napoli per ricostruire qualcosa di importante; dobbiamo parlare poco e fare tanto in campo, negli allenamenti e dando il massimo».

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