Repubblica: al bar di Cologno Monzese (base di Luca Lucci l’amico di Salvini) siglarono un accordo alla vigilia della semifinale di Champions
Arresti ultras Milan e Inter: altro che avversari, si spartivano gli affari
Nella mattina di oggi lunedì 30 settembre la polizia di Stato e Guardia di Finanza hanno eseguito 18 arresti e decine di perquisizioni nei confronti di persone legate alle curve di Inter e Milan. Le indagini sono partite in seguito all’omicidio di Antonio Bellocco, volte a sgominare le infiltrazioni mafiose all’interno della tifoseria organizzata delle squadre milanesi.
Un’operazione che ha portato al fermo di leader ufficiale della Nord Marco Ferdico insieme al padre Gianfranco, il nuovo capo pro-tempore Renato Bosetti e altri appartenenti al direttivo quali Matteo “Chuck” Norrito e Mauro Nepi. E ancora il 54enne Pino Caminiti, calabrese di Taurianova (vicinissimo sia allo ’ndranghetista Giuseppe “Dutturicchiu” Calabrò che ai Fidanzati, aristocrazia di Cosa Nostra) e addetto agli ambitissimi parcheggi sotterranei, la contabile Debora Turiello o il palermitano Francesco “Buzzero” Intagliata, pregiudicato per rapina, droga, armi, lesioni e rissa, che entra ed esce dal vertice del secondo anello verde.
Insieme ad Andrea Beretta sono accusati di associazione a delinquere alcuni leader della Sud Luca Lucci con il fratello Francesco, e ancora Christian Rosiello e Alessandro “Shrek” Sticco, Fabiano Capuzzo e Islam “Alex Cologno” Hagag, Riccardo Bonissi e Luciano Romano.
Repubblica riporta che c’era una sorta di “patto di non belligeranza fra le due tifoserie organizzate” che aveva assicurato un controllo totale, ottenuto a suon di minacce ed estorsioni, facendo fuori a spallate la vecchia guardia ultras che non voleva sottomettersi ai nuovi padroni. E tutto con il beneplacito dei clan di ’ndrangheta che avevano piantato le loro radici soprattutto nel cuore della fazione nerazzurra.
Ultras Milan e Inter si vedevano al bar di Cologno Monzese
Quello che al momento emerge – da quintali di intercettazioni, pedinamenti e filmati di microtelecamere nascoste – è la solidità di un’alleanza rinsaldata da decine di summit al bar Italian Drink di Cologno Monzese, base di Luca Lucci e dei suoi sodali di tifo, meta di periodiche visite da parte di Marco Ferdico, Andrea Beretta e Mauro Norrito per sanare eventuali divergenze e discutere gli affari grossi: qui, ad esempio, venne siglato un accordo alla vigilia del derby di Champions 2023, per la spartizione al 50% degli introiti a prescindere da chi si sarebbe qualificato per la finale di Istanbul. E soprattutto per applicare il “metodo Curva Sud”, con l’unificazione/cancellazione di tutti i gruppi sotto un’unica sigla col potere di controllo assoluto su ogni affare. Schema gradito ma “pax” sopportata a malapena dal defunto Antonio Bellocco, onnipresente nella gestione del business della sponda nord di San Siro ma a sua volta costretto ad ambasciate e summit in Calabria per comporre il dissidio con gli Irriducibili di Giacomo Pedrazzoli e gli Hammerskin di “Mimmo Hammer” Bosa, i gruppi più schierati a destra del tifo nerazzurro ed estromessi con la forza dal nuovo direttivo, ma capaci a loro volta di rivolgersi ad emissari della famiglia Morabito per far valere le loro ragioni.
Repubblica riporta ancora le parole del gip Santoro che danno un’idea della situazione a Milano in cui lo stadio diventa “un territorio franco, in cui il costituto associativo muove gli uomini per gli scontri violenti, determina la rarefazione delle forme di contrasto, creando le condizioni per il successivo controllo di ogni iniziativa economica che allo stadio sia connessa”.