A Eurosport dopo la finale conquistata: «Quando si dà tanta responsabilità, come alla squadra maschile, ecco quel che succede»
Velasco: «L’oro che manca? Basta guardare sempre quello che manca, è una filosofia di vita che non va».
Julio Velasco a Eurosport dopo la vittoria della Nazionale femminile di pallavolo per 3-0 sulla Turchia, vittoria che ha portato l’Italia in femminile. E la prima volta che l’Italia donne di pallavolo va in finale alle Olimpiadi.
Ecco le parole di Velasco:
«Dobbiamo riuscire a trovare ancora più tranquillità, oggi eravamo più tesi, non abbiamo giocato la nostra miglior pallavolo, errori in battuta, errori banali. In finale ci vorrà la miglior pallavolo. Sarà una finale durissima contro una grande squadra (gli Stati Uniti, ndr), la prepareremo come tutte le altre, senza caricare di troppo responsabilità. Intanto abbiamo raggiunto l’obiettivo di giocare la finale.
«Io credo che la pallavolo italiana deve smettere di parlare dell’oro che manca, è stato deleterio per la squadra maschile, basta guardare sempre quello che manca, lo dico anche per i giornalisti. È una cultura, l’erba del vicino è sempre più verde, una filosofia di vita che non va. L’oro olimpico arriverà quando arriverà, è importante riuscire a dare il massimo, che i nervi non ci tradiscano. Quando si dà tanta responsabilità, come alla squadra maschile, ecco quel che succede.
È la prima volta che siamo andati in semifinale. È la prima medaglia d’argento. È chiaro che dopodomani daremo tutto quello che abbiamo».
Velasco, un po’ buddismo e un po’ militanza. Ha portato l’Italia fuori dal villaggio olimpico (Relevo)
Velasco sta riportando la nazionale italiana di pallavolo femminile lì dove merita di stare, tra le grandi. Non che prima non lo fossero, ma l’impressione è che con Velasco le “ragazze terribili” stiano finalmente ingranando la marcia e mostrando il loro vero potenziale. Velasco è nella leggenda della pallavolo italiana: negli anni ’90 con la generazione dei fenomeni della nazionale maschile italiana vinse di tutto e di più. Tranne l’oro olimpico che sembra essere un tabù. Ora però ha l’occasione di vincerlo con la nazionale femminile, che staserà sfiderà la Turchia per guadagnarsi un posto in finale alle Olimpiadi.
Relevo elogia Velasco in un pezzo dove parla del suo decalogo.
“Ci sono due punti fondamentali nel decalogo della leadership del tecnico di pallavolo Julio Velasco (La Plata, 1952), che affronta la semifinale contro la Turchia questo giovedì (ore 20). Ci si concentra proprio sulla figura dell’allenatore che non deve imporre ma persuadere, e per questo è necessario eliminare il “karma” del giocatore che perseguita quasi tutti i tecnici”.
In sostanza, per Velasco bisogna eliminare il giocatore che è dentro di sé: “Quello che normalmente lo incita, vanamente, a non delegare e ad essere autosufficiente, almeno a volerlo mostrare, a sembrare tale. A fare più che insegnare convincendo. «Quel giocatore bisogna ucciderlo e basta», dice.
L’altra premessa fondamentale è l’ultima: «Chi vince festeggia, chi perde spiega». Da lì, da quella lucidità e da quel carisma, si spiega perché ha quasi mezzo secolo di carriera sportiva alle spalle e perché sta cercando con la squadra italiana di pallavolo femminile quella che sarebbe la prima medaglia d’oro olimpica della storia. Per lui non esistono barriere, ma solo opportunità”.
Relevo racconta Velasco:
“Per capire l’uomo che oggi è considerato il miglior allenatore del mondo, bisogna guardare indietro, molto indietro. In particolare, quando ha iniziato nel 1979 al Ferrocarril Oeste. C’è stato un momento in cui, come Marco Polo, ha navigato verso Oriente per allenare la nazionale iraniana (2011-14), per poi tornare nella sua Argentina. In precedenza aveva allenato la Spagna, ereditando la squadra di Andrea Anastasi (campione d’Europa nel 2007). Ha lavorato nel calcio anche come collaboratore di Lazio e Inter, e sì, il Santo Graal è stato sempre trovato e custodito nella sua terra d’adozione: l’Italia, la sua particolare Itaca. Lì ha collezionato anche esperienze a livello di club, come Modena, Gabeca e Piacenza.
Negli anni Novanta, Velasco era già allenatore della nazionale maschile e femminile, con la quale vinse cinque medaglie d’oro ai Campionati europei e mondiali. Era il gruppo forte di Andrea Zorzi, Andrea Giani, Paolo Tofoli, Pasquale Gravina e Andrea Lucchetta, tra gli altri. In mezzo, altre esperienze per sublimare il suo repertorio motivazionale… Per poi tornare nel 2023 a fare il commissario tecnico delle ragazze, che per la prima volta aspirano al vertice.