Su Instagram: «Fa male non essere nel box con voi e tifare per Jannik, ma dovrò abituarmici in fretta. Grazie Jannik sei un campione»
Lo sfogo dell’ex fisioterapista di Sinner, Giacomo Naldi, dopo il caso di doping che lo ha visto coinvolto in prima persona. Non entra nel merito della questione su Instagram, sembra più un post d’addio a Sinner e un chiarimento sulla sua professionalità.
Naldi: «Fa male non essere nel box per Sinner, ma dovrò abituarmici in fretta»
«Da spettatore mi sono sempre chiesto quale fosse l’obiettivo di spettacolarizzare le vicende giudiziarie, se non quello di giudicare, creare o distruggere le persone e la loro reputazione. Oggi che ne sono protagonista, ne ho la conferma!». Duro sfogo sui social di Giacomo Naldi, l’ex fisioterapista di Jannik Sinner licenziato dopo il caso Clostebol (aveva usato un prodotto contenente la sostanza proibita per curarsi un dito ferito trasmettendola al tennista azzurro attraverso un massaggio e da qui la sua positività).
«Un anno e mezzo fa mi sono unito ad un gruppo di lavoro fantastico, composto da brave persone, grandi professionisti, compagni di viaggio… Sono orgoglioso di aver fatto parte di questo grande Team, consapevole di aver dato il massimo, di essere stato professionale al 100% ma anche di aver dato di più, perché quando ci metti il cuore è certo che dai di più. Fa male pensare di non esserne più parte, dura non essere nel box con voi e tifare per Jannik, ma dovrò abituarmici in fretta. Grazie Jannik e in bocca al lupo, per una grande carriera, sei un campione. Grazie anche ad Alex, Joseph, Larry, Pierre, Ruben e tutte le persone importanti per il Team».
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Djokovic: «Capisco la frustrazione dei giocatori per la mancanza di coerenza»
Le polemiche prima dell’inizio dello Us Open non hanno intenzione di cessare. Questa volta sono Novak Djokovic e Carlos Alcaraz a parlare del caso Sinner, assolto dopo l’accusa di doping involontario. Il serbo ha chiesto “protocolli chiari” e “approcci standardizzati” ai casi di doping nel tennis.
«Capisco la frustrazione dei giocatori per la mancanza di coerenza. Da quanto ho capito, il suo caso è stato risolto nel momento in cui è stato annunciato. Ma credo che siano passati cinque o sei mesi da quando la notizia (dei test positivi) è stata comunicata a lui e al suo team», ha detto Novak parlando con i giornalisti mentre si prepara a difendere il suo titolo agli US Open. «Quindi, sì, ci sono molti problemi nel sistema. Vediamo la mancanza di protocolli standardizzati e chiari. Posso capire i sentimenti di molti giocatori che si chiedono se siano trattati allo stesso modo».
Diversi tennisti hanno il sospetto che Sinner abbia ricevuto un trattamento di favore. Dal canto suo, Djokovic spinge per rendere più incisiva la Professional Tennis Players Association e aiutare così tutti tennisti, anche quelli che non possono permettersi la stessa difesa di Sinner.
«È un aspetto che ritengo si debba indagare di più a livello collettivo, per esaminare il sistema e capire come questi casi non si verifichino, cioè non il caso in sé, ma come si possa standardizzare il tutto in modo che ogni giocatore, a prescindere dal suo ranking o dal suo status o dal suo profilo, sia in grado di ottenere lo stesso tipo di trattamento».