Dopo il doppio bronzo nella ritmica, tutti cercano la direttrice accusata di maltrattamenti e vessazioni. E lei qualche risposta perfida la fornisce
I sassi di Maccarani: «Per fare la preparazione olimpica, bisogna essere sani prima fisicamente e poi mentalmente».
L’Italia conquista due medaglie (su due competizioni) nella ginnastica ritmica. Due bronzi. Uno individuale e l’altro a squadre. E ovviamente tutti sono andati col pensiero alla denuncia di due atlete nei confronti della direttrice tecnica Emanuele Maccarani accusata di vessazioni psicologiche e maltrattamenti. Prima sospesa, poi riabilitata da una sentenza sportiva molto discussa, le avrebbe maltrattate per troppo affetto. Ma comunque il centro federale di Desio è stato messo sotto sorveglianza.
Oggi ovviamente, dopo il bronzo a squadre tutti cercano Emanuela Maccarani.
Ecco cosa riporta il Corriere della Sera:
Maccarani alla prima domanda sul tema in tv si commuove. Poi in sala stampa è più serena: «Queste sono le compagne delle presunte maltrattate… Mi chiedo come sia possibile lasciarmi allenare queste ragazze e portarle alle Olimpiadi…». E poi: «Delle due che mi hanno accusato non parlo, parlo della mia squadra che ha preso una medaglia non scontata. Come sono riuscita ad andare avanti? Bisogna avere un grande equilibrio, oltre a essere consci del proprio operato. Mai e poi mai avrei accompagnato una squadra olimpica se ci fosse stato qualcosa di vero. Non è una rivincita: non dovevo né vincere né perdere, dovevo solo portare questa squadra qui nel modo più sereno. Per eseguire questi esercizi, difficilissimi, ci vuole una grande preparazione fisica e mentale, bisogna stare bene. Il mio orgoglio, più della medaglia, è aver portato due atlete 28enni, qui integre: Maurelli non ha mai avuto nulla, neanche un infortunio. Invece il nome farfalle è stato associato a immagini tremende, a persone malate».
A un certo punto le ragazze volevano cambiarlo per guerriere. Maurelli si vede che sono anni che ci ragiona. E alla fine è lei che dà la sintesi migliore: «La ginnastica è un ambiente sano? È un ambiente sportivo di alto livello. E quindi fa bene ma anche male: psicologicamente può essere devastante. Io ho seguito i miei sogni, a me ha fatto molto bene. E poi ho la fortuna di aver condiviso tutto con una squadra». Assieme.
Maccarani qualche sasso se lo toglie dalle scarpe
Ovviamente ne scrive anche Repubblica:
Con Maccarani, o anche senza, «lo deciderà la Federazione, io ho come sempre ho un contratto annuale, scade a dicembre, ma sto già lavorando sulla nuova squadra, ci vedremo a Desio a settembre».
«Mai e poi mai avrei potuto accompagnare in pedana una squadra olimpica se ci fosse stata anche un po’ di verità in tutto quello di cui sono stata accusata» ha aggiunto Maccarani in un lungo sfogo dopo la gara. Non nomina mai le due, ma fa riferimenti a durezza mentale e condizione fisica: «Qui ci sono due atlete di 28 e 26 anni e il mio grande orgoglio è averle portate fino a questa Olimpiade, la terza per loro. Quello che mi fa sorridere è che queste ragazze sono le colleghe e compagne delle presunte maltrattate. E sono sempre qui».
Il Coni e Malagò, sempre estremamente garantisti in questa vicenda (la Federazione aveva commissariato Desio e sospeso dalle sue funzioni Maccarani, prima di reintegrarla alla luce della semplice ammonizione del Tribunale federale, con la motivazione del “troppo affetto” verso Anna Basta “per renderla performante e farla partecipare alle Olimpiadi”), hanno twittato immediatamente dopo il bronzo, “incanto” con molte o, e “meravigliose le Farfalle”. E Alessia Maurelli, la capitana, dopo aver accettato la proposta di matrimonio del suo fidanzato attore Massimo Bertelloni, ha immediatamente dedicato la medaglia proprio «a Emanuela Maccarani. Quanto a noi, abbiamo lasciato la vicenda fuori da quelle mura».
«A Desio» aggiunge la direttrice tecnica, «si fa la preparazione olimpica, non certo attività di base. Le persone che entrano in quel posto devono essere sane, prima fisicamente e poi mentalmente. Se le due che mi hanno denunciato non lo fossero? Non voglio parlare di loro. Dico solo che all’Accademia di Desio si lavora tanto sul corpo. Se mi sento in colpa? A questa domanda non rispondo».