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Caso Sinner, Djokovic: «Capisco la frustrazione dei giocatori per la mancanza di coerenza»

«Mancano protocolli standardizzati e chiari», dice il serbo. Alcaraz più sospettoso: «Sono sicuro che ci sono molte cose che non sappiamo»

Caso Sinner, Djokovic: «Capisco la frustrazione dei giocatori per la mancanza di coerenza»
Winner Spain's Carlos Alcaraz (R) hugs Serbia's Novak Djokovic at the end their men's singles final tennis match on the fourteenth day of the 2024 Wimbledon Championships at The All England Lawn Tennis and Croquet Club in Wimbledon, southwest London, on July 14, 2024. Defending champion Alcaraz beat seven-time winner Novak Djokovic in a blockbuster final, with Alcaraz winning 6-2, 6-2,7-6. (Photo by Ben Stansall / AFP) / RESTRICTED TO EDITORIAL USE

Le polemiche prima dell’inizio dello Us Open non hanno intenzione di cessare. Questa volta sono Novak Djokovic e Carlos Alcaraz a parlare del caso Sinner, assolto dopo l’accusa di doping involontario. Il serbo ha chiesto “protocolli chiari” e “approcci standardizzati” ai casi di doping nel tennis.

Djokovic e Alcaraz sul caso Sinner, entrambi chiedono più trasparenza

«Capisco la frustrazione dei giocatori per la mancanza di coerenza. Da quanto ho capito, il suo caso è stato risolto nel momento in cui è stato annunciato. Ma credo che siano passati cinque o sei mesi da quando la notizia (dei test positivi) è stata comunicata a lui e al suo team»,  ha detto Novak parlando con i giornalisti mentre si prepara a difendere il suo titolo agli US Open. «Quindi, sì, ci sono molti problemi nel sistema. Vediamo la mancanza di protocolli standardizzati e chiari. Posso capire i sentimenti di molti giocatori che si chiedono se siano trattati allo stesso modo».

Diversi tennisti hanno il sospetto che Sinner abbia ricevuto un trattamento di favore. Dal canto suo, Djokovic spinge per rendere più incisiva la Professional Tennis Players Association e aiutare così tutti tennisti, anche quelli che non possono permettersi la stessa difesa di Sinner.

«È un aspetto che ritengo si debba indagare di più a livello collettivo, per esaminare il sistema e capire come questi casi non si verifichino, cioè non il caso in sé, ma come si possa standardizzare il tutto in modo che ogni giocatore, a prescindere dal suo ranking o dal suo status o dal suo profilo, sia in grado di ottenere lo stesso tipo di trattamento».

Secondo Carlos Alcaraz il caso è più ampio di quanto sia stato reso pubblico: «Sono abbastanza sicuro che ci sono molte cose che non sappiamo. Ma se hanno permesso a Jannik di continuare a giocare, è per qualcosa. Hanno detto che è innocente, quindi è tutto ciò che so e di cui posso parlare».

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