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Zenga infuriato con l’Inter: “L’Under 18 verrà allenata da uno che mi ha tradito”

Non viene nominato il tecnico, ma probabilmente si tratta di Carbone, suo ex vice quando allenava negli Emirati Arabi Uniti, che prese poi il suo posto in panchina.

Zenga infuriato con l’Inter: “L’Under 18 verrà allenata da uno che mi ha tradito”
Db Milano 03/02/2018 - campionato di calcio serie A / Inter-Crotone / foto Daniele Buffa/Image Sport nella foto: Walter Zenga

Walter Zenga, ex portiere dell’Inter, si è scagliato su Instagram contro la scelta del club nerazzurro del possibile nuovo allenatore dell’Under 18, ovvero Benito Carbone.

Zenga infuriato con l’Inter: “L’Under 18 verrà allenata da uno che mi ha tradito”

Ha scritto nella sezione storie:

“Oggi ero in sede all’Inter casa mia, la mia vita, e ho appreso che l’Under 18 verrà allenata da uno che mi ha tradito (non lo nomino perché non merita) e mi chiedo: ma chi decide lo fa con cognizione delle cose oppure per simpatia? Le Under dovrebbero essere allenate da chi ha ideali, senso di onestà… Va beh. Inter forse è meglio dare a chi non ha questi valori opportunità che non merita piuttosto che inculcare nei ragazzi sani principi…”

La polemica, come riporta Sportmediaset, riguarda la loro avventura negli Emirati Arabi Uniti, quando Zenga fu esonerato e il suo vice, appunto Carbone, accettò l’incarico di tecnico nel club.

L’ex portiere intervistato dal Corriere della Sera

Perché il portiere?

«Mio papà aveva giocato in quel ruolo in serie C. Una volta mi ha regalato maglia, calzettoni e pantaloncini neri insieme a un pallone di cuoio. Quando andavo all’oratorio a giocare era difficile trovare uno che volesse stare in porta e che avesse un pallone bello: io avevo entrambi i requisiti, è venuto tutto in modo naturale».

Il rapporto con suo padre non è sempre stato facile, «Ho avuto dei periodi di blackout con lui per motivi che adesso mi sembrano sciocchi, ma che allora mi avevano ferito molto. Se tornassi indietro non perderei tempo». E poi era juventino:

«No, lui era juventino perso. Quando c’era Inter-Juve era un problema: se perdevamo io mi arrabbiavo, piangevo. Anche il mio primo figlio Jacopo è bianconero, siamo una famiglia strana. Però gli altri quattro figli sono dalla mia parte».

Allenare l’Inter è il suo sogno:

«Lo è sempre stato, ho fatto tutta la trafila dalle giovanili, ho lavorato in sede, ora sono una leggenda. Nella vita è importante inseguire un grande sogno, fa niente se si avvera o no. La mia soddisfazione è che ancora oggi per strada i tifosi dell’Inter mi fermano ed è come se avessi smesso di giocare l’anno scorso. E anche quando qualcuno di un’altra squadra mi dice cose poco carine, non mi offendo: vuol dire che un segno l’ho lasciato nonostante l’ultima partita ufficiale sia stata l’11 maggio 1994»

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