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Pellegrini: «Sinner? Un tennista ha un approccio diverso. Gli Slam valgono un’Olimpiade. Per noi no»

Intervistata dalla Gazzetta: «Lui non deve prendere decisioni da atleta che ha come obiettivo solo l’Olimpiade ogni quattro anni»

Pellegrini: «Sinner? Un tennista ha un approccio diverso. Gli Slam valgono un’Olimpiade. Per noi no»
Mg Milano 06/03/2023 - photocall trasmissione Tv ‘Pechino Express - La Via delle Indie’ / foto Matteo Gribaudi/Image nella foto: Federica Pellegrini

Federica Pellegrini entra a gamba tesa su Sinner. La Divina forse centra il nocciolo del discorso. Nessuno mette in dubbio le condizioni di saluto del numero uno al mondo. Tuttavia un dato da prendere in considerazione c’è e lo dice bene la Pellegrini intervistata dalla Gazzetta:

«A parte il problema di salute di Sinner, che spero risolva presto, diciamo che c’è un approccio diverso ai Giochi da sport a sport. Il tennis ha i tornei del Grande Slam che è come fossero un’Olimpiade, mentre noi atleti di sport olimpici abbiamo i Giochi che valgono più di qualsiasi altra cosa. Quindi è logico che Sinner debba prendere delle decisioni diverse da un atleta che ha come obiettivo solo l’Olimpiade ogni quattro anni».

«noi atleti di sport olimpici», dice Federica, e la questione è tutta lì, è un distinguo fondamentale.

Pellegrini: «Il più grande errore fu lasciare Parigi e Lucas. Non me la sentii di rimanere lontana da casa»

Federica Pellegrini si prepara alla prima Olimpiade da ex. Senza tuta e senza ansia. È a Parigi come membro Cio in quota atleti. Con lei anche la figlia Matilde, 7 mesi, e il marito ed ex allenatore, Matteo Giunta.

Nostalgia?
«Tanta. Finalmente Giochi senza Covid, a Tokyo ho sofferto molto che non ci fosse la famiglia per l’ultima mia Olimpiade. La visita al Villaggio è stata una bella botta. Non so perché, ma hanno tutti lo stesso odore, un misto di cose nuove, di pulito, qualcosa di strano e indescrivibile, ma totalmente riconoscibile. Come quando alle elementari annusi per prima cosa le pagine del sussidiario. Stare lì, non da atleta, mi ha fatto impressione».

Che effetto le fa tornare a Parigi. Ci ha vissuto per allenarsi con Philippe Lucas e il suo ex, Luca Marin.
«Ci torno sempre volentieri, però è anche un grande rimpianto».

Quale?
«Essermene andata dopo soltanto un anno. Arrivai a gennaio 2011, nuotavo in una piscina strepitosa, la Lagardère a Bois de Boulogne, una vasca di 50 metri all’aperto col freddo che fa qui d’inverno. Dopo i Mondiali di Shanghai, vinti ma con un crono che non mi soddisfaceva, decisi di tornare in Italia. Sarei dovuta rimanere da sola a Parigi, lontana da casa, e non me la sono sentita. È stato il più grosso errore della mia carriera. Se avessi stretto i denti e resistito ancora un’altra stagione, restando con Lucas, magari le Olimpiadi 2012 a Londra sarebbero andate diversamente. Invece sono stati i miei Giochi peggiori dal punto di vista della preparazione».

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