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Pellegrini: «L’esclusione degli atleti russi non la condivido. Ad Atene dormivamo su materassi di carta»

Alla Gazzetta: «Un oro olimpico non ti cambia la vita; a me l’ha cambiata continuando a vincere ai Mondiali successivamente».

Pellegrini: «L’esclusione degli atleti russi non la condivido. Ad Atene dormivamo su materassi di carta»
Gwangju (Corea del Sud) 24/07/2019 - Campionati Mondiali di Nuoto / foto Insidefoto/Image Sport nella foto: Federica Pellegrini

Federica Pellegrini, ex nuotatrice, ha rilasciato un’intervista alla Gazzetta dello Sport alla vigilia delle Olimpiadi di Parigi.

Pellegrini: «L’esclusione degli atleti russi non la condivido. Ad Atene dormivamo su materassi di carta»

Federica, da Tokyo è cambiato tutto in 3 anni…

«Un macello di gare, l’Olimpiade dopo soli 3 anni si sente. Ma io sono serena. Non rimpiango la scelta fatta. Sono strafelice che Giacomo (Carini, ndr) si sia qualificato nei 200 farfalla: sono contenta per lui e Matteo, viene fuori il suo lavoro. Lui fa tanto».

Vent’anni dopo, come vede i Giochi di oggi?

«Le Olimpiadi sono sempre le Olimpiadi: non sai mai a cosa vai incontro. Ricordo la prima ad Atene, dormivamo su materassi di carta. Anche adesso a Parigi i ragazzi troveranno dei letti di carta ecosostenibile. Soprattutto a livello emotivo, la prima Olimpiade è sempre la prima. Anche per chi l’ha già fatta è una gara completamente diversa».

Ci sarà più pressione dopo il flop del calcio?

Pellegrini: «L’Italia degli altri sport ha già vinto. Perché è comunque un’Italia che anno dopo anno sta regalando grandissimi risultati. Manca all’appello il calcio: dispiace perché il calcio è uno sport importante per l’Italia. Bisogna correre parallelamente».

Lei non ha mai creduto ai ranking pre Giochi…

«Perché l’Olimpiade è una gara che produce tensione a un atleta, fuori scala. Con tanta tensione in corpo si può incorrere in errori che magari in altre gare non fai. E questo apre le porte alle sorprese. Poi nella finale si riparte sempre da zero».

L’atletica ha superato il nuoto a Tokyo…

«Vanno di pari passo. L’una può dare una spinta all’altro. Partire bene in piscina? Ci potranno essere delle gare sbagliate, come la gara perfetta, o iniziare bene e finire bene. Quest’atletica multietnica è un plus per noi, è un mix perfetto. Dobbiamo esserne fieri. In piscina, 3 ori individuali come a Sydney sono eguagliare. Adesso è impossibile».

Senza la Russia Giochi falsati in alcuni sport?

«Sì, non condivido questa decisione. Gli atleti della Russia dovevano gareggiare: ciò che sceglie un governo non lo scelgono gli atleti. A meno che un atleta non sia pro guerra, saranno pochi elementi a pensarla così. Il resto è una cattiveria».

Ma l’oro olimpico cambia davvero la vita?

«L’oro olimpico è l’aspirazione più alta ma non cambia la vita se non dentro come atleta, perché hai raggiunto il sogno più grande. Di fatto non ti cambia la vita: a me l’ha cambiata continuando a vincere i Mondiali l’anno dopo, e l’altro ancora».

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