Gli promette una percentuale sulla vendita tra un anno se avrà giocato il campionato al massimo. Così sbloccherebbe il lavoro di Conte
Osimhen resta a Napoli, non si svende. Ecco il piano B di De Laurentiis. Lo scrive Antonio Corbo sull’edizione napoletana di Repubblica.
Contrordine compagni, abbiamo scherzato. Antonio Corbo su Repubblica scrive che De Laurentiis di svendere Osimhen non vuole saperne. E che a questo punto è disposto a trattenerlo un altro anno.
Ecco le condizioni:
Un calciatore che esce da una stagione così opaca non può sognare la Premier. Ma può meritarla anche tra un anno, rimanendo nel Napoli guidato da un allenatore di prestigio e capace di farlo esplodere. De Laurentiis piuttosto che svenderlo è interessato a offrirgli quindi una prova d’appello.
Prospettiva con tre vantaggi:
1. Sveglia i francesi, li stana da una studiata avarizia, li costringe ad elevare l’offerta.
2. Ulteriore incentivo: percentuale sulla vendita tra un anno se avrà giocato il campionato al massimo.
3. Sblocca il Napoli dal corto circuito di mercato che ferma il lavoro di Conte.
4. Iscrive di diritto il club tra i sicuri protagonisti dell’imminente campionato nel rinnovato entusiasmo della città.
Corbo scrive che
il Napoli è inchiodato. Da una parte svendere un bomber di 25 anni, personaggio bizzarro ma carico di futuro, dall’altra comprare un giocatore al tramonto con ingaggio robusto di sei milioni a stagione oltre i bonus, non molto più caro dei dieci netti di Osimhen.
Date a Conte un centravanti, che sia Osimhen o Lukaku (il Napolista)
Siamo al 29 luglio. Il Napoli si allena con Conte sì e no da tre settimane. Il bilancio non può che essere ampiamente positivo. Non c’è bisogno di essere uno studioso o un esperto di calcio per guardare e rendersi conto del lavoro che l’allenatore e il suo staff stanno compiendo e continueranno a portare avanti per i prossimi mesi (loro direbbero i prossimi tre anni). All’inizio del campionato mancano tre settimane. Non saranno tutte rose e fiori, noi lo sappiamo fin troppo bene. Ma è fin troppo evidente la mano di Conte. È chiaro come il Napoli giocherà. Come starà in campo. La squadra sta facendo la faccia del suo allenatore. A fine partita, giustamente, lo stesso tecnico ha ripetuto in ogni salsa che c’è tanto da lavorare. Lo dirà sempre. Anche se dovessimo battere 5-0 una grande squadra. Siamo preparati a questo.
Il cambio di marcia anche con le vecchie glorie
Chiaramente non è il 4-0 ai campioni d’Albania che può farci dormire sonni tranquilli. Però la trama è chiara ed è già tanto. Ma c’è anche un aspetto che è lì, evidente come la favola del re nudo. Il Napoli ha giocato senza attaccante, soprattutto nel primo tempo. Il Napoli deve avere una prima punta degna di questo nome. Nulla contro Cheddira ma là davanti l’assenza si sente. Conte lo sa benissimo. Così come sa che Lukaku è un turbodiesel. Più tardi arriva, più tardi si mette in moto e più tempo ci vorrà per portarlo al massimo delle prestazioni. Nonostante tutte le indicazioni che possono inviargli via whatsapp o al telefono. È fondamentale che il Napoli abbia un assetto chiaro in attacco. La prima punta non è un orpello. Già con Simeone nella ripresa è stato un altro andare.
Per il resto, è arduo non essere soddisfatti. Senza voli pindarici, anche perché qui nessuno ha parlato di obiettivi al momento impossibili. Però il Napoli sprizza organizzazione. In campo. E fuori. Persino nel rapporto con le vecchie glorie, da sempre un nervo scoperto della gestione De Laurentiis. Vedere Gianni Improta chiacchierare con Conte e Oriali è stata una ventata di normalità. Ecco, in questa normalità, poiché Conte è allenatore contemporaneo ma anche con la radici nel calcio classico, dategli un centravanti. Al più presto. Non ci sembra tipo da falso nueve.