Vince in due set 6-3 6-1 contro Andreeva e diventa numero 7 al mondo.
Jasmine Paolini scrive una pagina di storia del tennis italiano. Vince contro la diciassettenne prodigio Mirra Andreeva e approda alla finale del Roland Garros, dove sfiderà la numero 1 Atp Iga Swiatek.
Paolini in finale al Roland Garros, battuta Andreeva in due set
Due set vinti per lei contro la tennista russa, 6-3 6-1. L’ultima finale del Roland Garros di una tennista italiana era stata raggiunta da Sara Errani nel 2012; l’ultima vittoria, Francesca Schiavone nel 2010. Paolini diventa numero 7 al mondo, eguagliando il record di Roberta Vinci.
A fine gara ha dichiarato:
«E’ stata una partita difficile, Andreeva ha 17 anni ed è una tennista completa. Palla dopo palla ho cercato di rilassarmi; so che è dura rimanere tranquilli, ma sono felice di aver vinto. Ho imparato a sognare in questi anni, perché è la cosa più importante nello sport e nella vita. Grazie mille a tutti quelli che mi hanno guardato dall’Italia».
In Germania elogiano la tennista italiana
“Paolini è una boccata d’aria fresca nel circuito femminile, che è dominato da donne toste come la sua prossima avversaria ai quarti di finale di Parigi, Elena Rybakina. O dalle altre campionesse del Grande Slam come la vincitrice degli US Open Coco Gauff, che martedì ha battuto Ons Jabeur 4:6, 6:2 6:3 e ora affronterà in semifinale la numero uno del mondo e campionessa in carica Iga Swiatek” .
La tennista italiana ha conquistato sempre più spazio grazie ai suoi colpi. Ciò che stupisce è che la fatto in silenzio, rimanendo quasi in disparte:
“Jasmine è riuscita silenziosamente a raggiungere la vetta del mondo, rimanendo in gran parte inosservata fuori dall’Italia, e ora ha giocato il suo primo quarto di finale del Grande Slam. Solo l’anno scorso ha iniziato a battere un numero di concorrenti di livello significativamente più alto, tra cui Jabeur e Angelique Kerber. Prima non era convinta di poter competere nei big match e credeva che solo “un miracolo” potesse aiutarla. Con l’esperienza e il successo, la fiducia in se stessi è cresciuta. «Adesso entro in campo e penso: ok, sarà dura, ma ho una possibilit໓.