Mentre De Laurentiis parlava di un impianto a Bagnoli, il sindaco proseguiva sulla sua strada e presto ci sarà un tavolo col governo
Manfredi e lo stadio Maradona: «Noi lavoriamo sulla concretezza». Il sindaco lo ha detto ieri e le sue parole ovviamente rimandano al presidente del Napoli Aurelio De Laurentiis.
Repubblica Napoli riporta le parole del primo cittadino sul futuro dello stadio Maradona.
«Credo che nel giro di qualche settimana ci sarà il tavolo. Ci sono tanti soggetti coinvolti e ho raccolto la forte disponibilità del ministro Andrea Abodi, del ministro Raffaele Fitto e del ministro Giancarlo Giorgetti e anche il presidente Aurelio De Laurentiis si è convinto della scommessa di una grande ristrutturazione del Maradona».
Manfredi: «Abbiamo cambiato registro»
«Ora ci sono tutti gli ingredienti giusti – spiega Manfredi -. È stato un lungo lavoro che ho condotto in questi mesi perché le grandi cose si fanno solo se siamo in grado di avere interlocuzioni ai massimi livelli e credibilità di un progetto realizzabile perché altrimenti restano solo tante parole. Abbiamo cambiato registro, noi lavoriamo sulla concretezza e sull’affidabilità delle nostre proposte».
De Laurentiis non sottovaluti il sindaco Manfredi: è il Keyser Söze della politica
De Laurentiis ha impiegato settanta giorni per capire che lo stadio a Bagnoli se lo può far costruire solo con un plastico a casa sua, modello casa di Cogne nel salotto tv di Bruno Vespa. Era il 7 marzo quando partì lancia in resta con un paio di interviste tv sui tifosi che sarebbero arrivati via mare e scenari fantacalcistici. Era talmente infervorato il presidente che convinse qualche opinionista locale della fattibilità dell’operazione. Non staremmo qui a dire che se avesse chiamato, gli avremmo risparmiato settanta giorni di nulla. Da Roma qualcuno lo aveva messo su una cattiva strada, per dirla alla De Andrè. E lui, il signor Aurelio, che la politica proprio non riesce a capirla, aveva abboccato.
A De Laurentiis Manfredi serve per ottenere lo stadio
Proprio a proposito di politica, vorremmo dargli un consiglio non richiesto. Non sottovaluti il sindaco Manfredi. È l’esatto contrario di de Magistris. Manfredi non ama le polemiche politiche. È uomo da dietro le quinte. Tesse le sue trame. Osserva. Ascolta. Ricorda. Eccome se ricorda. È un uomo di potere. Vero. Che guarda sempre avanti. Oggi è sindaco di Napoli ma sta già pensando a dove sarà tra due o tre anni. Lei che è un uomo di cinema, avrà visto e rivisto “I soliti sospetti” (se ha visto non sappiamo quante volte “Apocalypto”, immaginiamo che un po’ di tempo lo avrà dedicato anche a “I soliti sospetti”). Ecco, Manfredi è Keyser Söze. Certo quando lo trascina sul ring, lo porta su un terreno in cui lui è a disagio. Ma poi, nelle sabbie mobili non c’è partita. E la politica in Italia è solo trame, sabbie mobili, appostamenti, pazienza, rapporti. Ah i rapporti. Tutte materie in cui, diciamolo presidente, lei è fondamentalmente inadeguato. Quindi se lo faccia amico. Ogni volta che lo attacca in pubblico, Manfredi registra, archivia, annota. A lei lo stadio serve, siamo onesti. Non lo costruirà mai in nessun luogo. Probabilmente nemmeno il centro sportivo. E senza strutture il suo Napoli vale ben poco. Si iscriva a un corso di democristianeria (non quella di Dossetti, attenzione; quella melliflua).
Poi, se proprio vuole stupire, porti a Napoli Massimiliano Allegri. Ma lì ci vuole coraggio vero. Il coraggio di sfidare la debordante e incontenibile incompetenza dei tifosi. Purtroppo abbiamo scoperto che lei è sensibile ai voleri del popolo. E chi ha il consenso come bussola, in genere poi fa fatica.