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La Roma di De Rossi, a un certo punto la fortuna finisce (Corsport)

Zero a zero a Lecce e adesso è attesa da un calendario complicato col derby, Bologna, Napoli, Juventus, Atalanta e l’eurosfida col Milan

La Roma di De Rossi, a un certo punto la fortuna finisce (Corsport)
Ci Salerno 29/01/2024 - campionato di calcio serie A / Salernitana-Roma / foto Carmelo Imbesi/Image Sport nella foto: Daniele De Rossi

La Roma di De Rossi, a un certo punto la fortuna finisce. Lo scrive il Corriere dello Sport dopo lo 0-0 a Lecce. I giallorossi conservano il quinto posto in classifica anche se l’Atalanta deve recuperare la partita contro la Fiorentina e sono alla vigilia di un ciclo molto duro che comprende anche la doppia sfida di Europa League contro il Milan.

Scrive il Corsport con Marco Evangelisti:

Il gioco è finito. Perlomeno si interrompe qui. Nel vento di Lecce, dove la Roma si perde, rotola, si accartoccia, si ritrova illesa più o meno miracolosamente alla fine di un’ordalia persino prevedibile, annunciata da segni premonitori come le migliori apocalissi. Qui non si tratta del capolinea del mondo, ma di sicuro d’ora in poi il campionato della Roma sarà differente, dovrà esserlo. Mentre quello del Lecce, che continua a divertirsi, a divertire e a sprecare sé stesso, tutto sommato va anche bene così.

È che a un certo punto la fortuna finisce, la discesa anche e bisogna riprendere a pedalare con gran pianto e stridore di denti. Alla Roma che andava come un treno cominceranno tra poco a sfilare davanti al finestrino Lazio e poi, dopo l’Udinese in trasferta, Bologna, Napoli, Juventus, Atalanta, senza contare i due confronti di Europa League con il Milan. D’accordo, aprile è il mese più crudele, potrebbe essere terra desolata, ma neppure maggio sorride se non di traverso e sinistramente.

Gli elogi di So Foot alla Roma di De Rossi

Il tecnico della Roma Daniele De Rossi ha sorpreso tutti da quando ha preso in mano il club del suo cuore lo scorso 19 gennaio, sostituendo Mourinho.

So Foot gli dedica un articolo di elogio:

«Era impossibile rifiutare di allenare la Roma, ma voglio essere trattato come un allenatore e non come un figlio del club». È con queste parole che Daniele De Rossi si presenta alla stampa, il 19 gennaio. Quattro anni e mezzo dopo, il campione del mondo 2006 è tornato a casa, con la missione di far rinascere un club. Il compito si preannuncia difficile, ma non impossibile. Due mesi dopo, la Roma, in tredici partite giocate, ha totalizzato nove vittorie, due pareggi e due sconfitte, passando dal 9 ° al 5° posto. Come molti dei suoi compagni campioni del mondo, De Rossi ha deciso di intraprendere la carriera di allenatore. Dopo un’esperienza nello staff di Roberto Mancini, diventa tecnico della Spal in Serie B. L’esordio è promettente, ma i biancazzurri iniziano a concedere più gol di quanti ne segnano; così, l’avventura dell’allenatore termina.

Può prendersi la Roma sulle spalle? Non ha troppa poca esperienza? È stato nominato allenatore solo per il suo cognome? L’arrivo di De Rossi ha sollevato molte domande. Ma l’allenatore ha dimostrato che non era stato scelto solo per il suo cognome e la sua barba. Più che il suo lato di leadership e la sua capacità di unire il gruppo, è il suo requisito tattico che cattura l’occhio. Ha un blocco di squadra che difende e attacca in modo compatto. Un esempio è il match contro il Brighton (4-0), dove il tecnico ha dato una lezione a Roberto De Zerbi. C’è ancora molta strada da fare per Daniele De Rossi, ma il suo debutto è promettente.

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