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Il Milan di Pioli non esiste più: tra mister e squadra non scorre più empatia (Gazzetta)

Ma non sono tutte sue le colpe. Molto più responsabili i giocatori che vanno in campo e il mercato del club che è stato lacunoso

Il Milan di Pioli non esiste più: tra mister e squadra non scorre più empatia (Gazzetta)
Mg Milano 30/09/2023 - campionato di calcio serie A / Milan-Lazio / foto Matteo Gribaudi/Image Sport nella foto: Stefano Pioli-Rafael Leao

Luigi Garlando sulla Gazzetta analizza la situazione di Pioli al Milan. L’allenatore ha perso empatia con il gruppo, ma non sono tutte sue le responsabilità della stagione. Mercato lacunoso e giocatori chiave che non hanno determinato.

Non c’è più empatia tra Pioli e il Milan

Scrive Garlando:

Va preso atto che il Milan di Pioli non esiste più. Non perché i giocatori gli giochino contro o perché il tecnico si sia imbrocchito di colpo, ma perché i cicli finiscono e, dopo anni di convivenza, i rapporti di gruppo cambiano, si sfilacciano. I canali comunicativi si sono ostruiti nel tempo, calcare nelle tubature: tra mister e squadra non scorre più l’empatia dello scudetto, quando tutti cantavano sul pullman «Pioli is on fire». Si è sbriciolata, nel complesso, l’empatia di tutto il mondo Milan: dirigenti, tifosi…

E ancora:

Anche se tutti vogliono Pioli sul Golgota, la colpa dello sfascio va condiviso tra tutte le componenti. Pioli resta uno dei migliori allenatori italiani e verrà ricordato come uno dei migliori nella storia del Milan. Molto più responsabili i giocatori che vanno in campo. Leao sta concludendo l’ennesima stagione da incompiuto, a giugno compirà 25 anni. le responsabilità della società. Inutile contare i gol di Okafor, Loftus-Cheek e Jovic per sostenere che sia stato un buon mercato. È stato colpevolmente lacunoso“.

Infine una battuta anche sull’esonero deciso dalla Curva Sud:

Zlatan è ancora un’apprendista del ruolo. È alla sua prima vera opera di ingegneria calcistica. È l’ora di scelte delicate, da non sbagliare, se si vuole rivedere il vero Milan. Quello costretto a rovinare la festa degli altri per salvare la stagione e che ascolta l’omelia ultrà a capo chino, non c’entra nulla con la gloriosa storia rossonera”.

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