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Sarri, lo staff aspetta ancora mensilità pregresse e premi Champions non pagati (Il Messaggero)

Sarri se n’è andato come è arrivato, sul lato passeggero di una Porsche nera, la tuta della Lazio e l’ultima sigaretta spenta al tramonto

Sarri, lo staff aspetta ancora mensilità pregresse e premi Champions non pagati (Il Messaggero)
Ci Roma 19/03/2023 - campionato di calcio serie A / Lazio-Roma / foto Carmelo Imbesi/Image Sport nella foto: Claudio Lotito

Sarri, lo staff aspetta ancora mensilità pregresse e premi Champions non pagati. Lo scrive Il Messaggero.

Lotito e Fabiani si erano interrogati sino all’una di notte, lunedì nella pancia dell’Olimpico. La società continuava a ritenere Sarri il meno responsabile del crollo, non voleva darla vinta a chi remava contro all’interno e all’esterno, e oltretutto non intravedeva valide alternative possibili in panchina, in questo momento. Sarri ha colto il club in contro tempo ieri pomeriggio. Nella notte si era confrontato nella sua villa all’Olgiata sino alle 3 con il suo staff tecnico (che attende mensilità pregresse e premi Champions non ancora pagati, prima di seguirlo sull’addio), aveva già deciso ieri mattina di fare un passo indietro.

Nessuno ci credeva, cantastorie negavano tutto prima di rimanere di stucco e urlare allo scoop. Poco dopo l’ora di pranzo Mau si è presentato a Formello con le dimissioni in mano. La Lazio ha provato invano a respingerle, ha capito che accoglierle era l’unico rimedio per provare a dare un senso a questa stagione sino a maggio. Sarri ieri se n’è andato come è arrivato, alle 17 sul lato passeggero di una Porsche nera, la tuta della Lazio e l’ultima sigaretta spenta al tramonto. Tutto in fumo.

Sarri, sempre lo stesso film: un gioco solo, alibi, i giocatori non lo sopportano (come Chelsea e Juve)

Sarri, sempre lo stesso film: un gioco solo e i giocatori non lo sopportano (come al Chelsea e alla Juve). Lo scrive Tony Damascelli per Il Giornale.

Si ripete, per Sarri, lo stesso epilogo verificatosi a Londra con il gruppo del Chelsea e a Torino con lo spogliatoio della Juventus, un divario di idee, un contrasto caratteriale, una divergenza di idee tecniche e tattiche con i calciatori, comunque responsabili di prestazioni largamente insufficienti. La propaganda “sarrista”, secondo costumi di una ignoranza diffusa e professata dai nuovi opinionisti, si rivela vuota, affollata di parole e priva di sostanza.

Ci sono poi motivi di carattere e comportamenti non sempre lineari e opportuni per un professionista che spesso si è nascosto dietro alibi puerili, le condizioni del terreno di gioco, l’orario di inizio delle partite, il calendario, un repertorio inutile senza un segnale di modifica e di miglioramento.

Non è stato necessaria una mozione di sfiducia dello spogliatoio, era palpabile una certa insofferenza di alcuni laziali, da Luis Alberto a Immobile, dunque i cosiddetti veterani, come era accaduto a Torino con Chiellini e Bonucci, al Chelsea Sarri fu accusato di non saper motivare il gruppo e di essere incapace ad adattarsi e a cambiare, perché aveva in testa una sola idea (one-trick pony), al punto che gli avversari, dopo un ottimo avvio del Chelsea in Premier League, avevano capito quale fosse il sistema gioco e questo era stata la sua rovina.

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