ilNapolista

«L’Arabia Saudita avrà presto una squadra in Champions» e così darebbe il colpo di grazia al calcio Europeo

Sono le parole di Amanda Staveley, comproprietaria del Newcastle. Se dovesse succedere, l’egemonia politica europea del calcio sarebbe compromessa

«L’Arabia Saudita avrà presto una squadra in Champions» e così darebbe il colpo di grazia al calcio Europeo
Db Riyad (Arabia Saudita) 18/01/2024 - Supercoppa Italiana / Napoli-Fiorentina / foto Daniele Buffa/Image Sport nella foto: Al-Awwal Stadium

Squadre arabe in Champions League. Se n’è parlato spesso da quando l’Arabia ha cominciato la sua espansione nel mondo del calcio, ma il presidente della Uefa Ceferin ha sempre smentito le voci. Voci che sono ricominciate a circoalre in seguito a delle dichiarazioni rilasciate da Amanda Staveley, comproprietaria del Newcastle. Le sue parole sono state riportate da Bloomerg.

«Sono abbastanza sicura che ci sarà un club saudita in Champions League. Non so quanto tempo ci vorrà ma, conoscendo l’Arabia Saudita, non credo che ce ne vorrà troppo».

L’Arabia Saudita metterebbe a rischio l’egemonia calcistica Europea

Avere una squadra araba in Champions significherebbe consentire al calcio arabo di espandersi ancora di più. L’egemonia calcistica europea sarebbe compromessa. Insomma, sarebbe il colpo di grazia al calcio europeo. Un colpo che l’Arabia sta preparando da tempo, da quando ha iniziato a portare con sé i migliori giocatori dall’Europa.

Noi lo abbiamo definito “un progetto geo-politico, è un attacco all’egemonia calcistica dell’Europa”:

Pensate ai cinque calciatori oggi più famosi nel mondo. A quelli che firmano i contratti più pubblicitari più ricchi. Quelli che valgono di più. Magari chiedetelo anche a ragazzini di 12-13 anni. Nella cinquina compariranno certamente Mbappé, Haaland, Messi e Cristiano Ronaldo. Il quinto può variare, la scelta potrebbe ricadere su Neymar, Benzema, Salah oppure qualche emergente come ad esempio Osimhen la cui azienda individuale però fattura ancora decisamente meno rispetto a quelle dei suoi colleghi citati.

Di questi, solo Mbappé e Haaland giocano in Europa. Uno per un club di qatarini (il Psg) e l’altro per un club degli Emirati Arabi Uniti (il Manchester City). Messi è negli Stati Uniti e da quando è lì la circolazione di notizie sul calcio nord-americano è schizzata. Cristiano Ronaldo è stato il pioniere dell’espansione saudita nel calcio. Lo hanno seguito Benzema, Neymar e forse Salah. Il podio dell’ultimo Pallone d’oro è stato Benzema, Mané, De Bruyne. Ora due giocano in Arabia Saudita e il belga nel City degli emiri.

È arduo non scorgere nello stravolgimento che sta avvenendo nella geo-politica del calcio un attacco all’egemonia dell’Europa da sempre considerata, a ragione, la culla del pallone che conta e di conseguenza del business che vi gira attorno. Abbiamo scritto della reazione di Kroos alle scelte di Gabri Veiga e di quanto sia figlia di una visione che non tiene conto degli eventi. Ancien regime, potremmo dire. Una delle maggiori difficoltà dell’essere umano è accettare il cambiamento, che sia il fisiologico avanzare degli anni o il mutare dei rapporti di forza in qualsiasi ambito: che sia uno Stato o un’organizzazione economica.

E nel caso in cui una squadra araba non dovesse mai mettere piede in Champions, allora la sentenza della Corte Europea che ha definito il monopolio uefa illegale, darebbe la possibilità al calcio arabato di creare una sorta di Superlega propria. Una competizione che possa sfidare la Uefa. 

 

 

ilnapolista © riproduzione riservata