In conferenza: «Sono davvero sorpreso che lo permettano, anche un cieco lo vedrebbe. Infortuni? Diamo la colpa al calendario»
Xavi Hernandez, allenatore del Barcellona, ha parlato in conferenza stampa presentando il match contro l’Alvaes.
C’è qualche fattore che spiega così tanti infortuni?
«I viaggi si sono accumulati. Abbiamo fatto solo allenamenti di recupero. Penso che abbiamo giocato nove-dieci partite in un mese e, nessuna squadra al mondo ha avuto questo calendario. Stiamo facendo un buon lavoro in questo senso. Ma siamo stati sfortunati. Diamo la colpa al calendario».
Laporta ha detto che se non fossi Xavi ti avrebbe già licenziato.
«L’ho già detto anch’io. Se gli obiettivi non vengono raggiunti, devi andartene. Il primo anno siamo arrivati secondi, il secondo è stato molto buono; e nel terzo le aspettative non sono state soddisfatte. Quello che ha detto il presidente l’ho detto un mese fa. E’ una questione di risultati, è calcio. Ed è per questo che ho deciso di lasciare il club il 30 giugno, non per le critiche della stampa o per problemi di salute mentale, come è stato detto. Le aspettative non sono state soddisfatte e il club ha bisogno di un cambio di direzione».
Pensi ci sia stata una mancanza di esperienza da parte tua?
«Oltre alla gestione, è imporsi nel gioco. Questo ci è mancato, soprattutto in questa stagione. Ma quelle cose le facevo già in Qatar: programmare, chiamare i giocatori ad attaccare. Penso che ci sia mancata continuità. Spero che ce la faremo per lottare per i due titoli rimanenti».
Xavi sulle parole del presidente Laporta
Laporta ha detto che il Real Madrid che sta facendo un esercizio di cinismo e che condiziona gli arbitri.
«Sì. Ho già detto che non mi piaceva che condizionassero gli arbitri e lo fanno ogni settimana. Sono d’accordo al cento per cento con le parole del presidente. È una realtà e non possiamo ingannare il tifoso del Barcellona. Sono davvero sorpreso che lo permettano, anche un cieco lo vedrebbe. Cholo Simeone lo ha già detto, vero? Non siamo stupidi. Lo vediamo noi e lo vedono tutti, ma sono i media a doverlo dire».
Imanol ha detto che sei l’allenatore ideale per il Barça. Lo hanno detto anche altri e i tifosi ti hanno chiesto di restare. Questa ondata di affetto non suscita qualcosa in te?
«Vediamo come spiegarlo. Fuori dalla Spagna apprezzano molto il nostro lavoro. E anche gente importante del mondo del calcio. Tutti gli allenatori si complimentano con noi come staff. Imanol, Marcelino, Arrasate… Tutti, anche fuori dalla Spagna. Ma non qui in Spagna. Penso che abbiamo fatto un buon lavoro e non vedo l’ora di farlo da qui alla fine della stagione».
Sei stanco del calcio?
«No. Non è stanchezza, non riguarda la mia salute mentale. Sto molto bene. Chi conosce il club meglio di me? Pochi. Quello che succede è che sento che devo andarmene il 30 giugno perché è la cosa migliore per il club, ma continuerò a guardare il calcio, giocare a Comunio e cose del genere».