Per il Messaggero sembra quasi una crisi di rigetto alla mano di Sarri. «Secondo Lotito siamo attrezzati? Se lo pensa sarà così»
La Lazio si è infilata in buco nero e non riesce a trovare soluzioni per uscirne. Lo ha ammesso anche Maurizio Sarri al termine della gara persa a Bergamo contro l’Atalante. Un 3-1 senz’appello, un De Ketelaere inarrestabile che ha messo all’angolo tutta la Lazio e non l’ha fatta respirare. Solo un lampo, sul finire della gare, con il rigore trasformato da Immobile.
Per il Messaggero la situazione è piuttosto preoccupante, anche perché il club di Lotito scivola al nono posto in classifica.
La Lazio sta subendo una crisi di rigetto
L’analisi del Messaggero:
“Questo blackout sembra un buco nero. Non c’è più la Lazio, è sparito Luis Alberto, Felipe Anderson ha la testa a Torino. Sembra quasi una crisi di rigetto alla mano di Sarri, a sua volta ormai con lo sguardo perso nei suoi pensieri famigliari e nel vuoto. In fondo non è mai esistito questo scontro diretto per la Champions. La Lazio sciupa così la risalita con 4 vittorie e un pareggio, è punto e a capo, sprofonda al nono posto. Sarri insiste sulla qualità, ma viene di nuovo tradito e non trova soluzioni in mezzo“.
Le parole di Sarri al termine di Atalanta-Lazio
Le parole del tecnico della Lazio riportate dal Messaggero.
«Non sono preoccupato. Non conosco a fondo le idee di Lotito, non posso entrare nella sua testa, ma non ho sensazioni negative dagli incontri con lui e il direttore sportivo. Poi se ci si riferisce al fatto che in estate ho chiesto dei giocatori e ne sono arrivati altri credo che rientri nella normalità».
«La pericolosità offensiva? Non so come ritrovarla, non ho la bacchetta magica. Il mio metodo di lavoro è faticare tanto. Io più che altro ho visto cali individuali abbastanza evidenti dei nostri attaccanti. Non mi riferisco però solo a quella fisica, che per carità è importante, ma si parla anche di quella tecnica e mentale. Cosa penso delle parole di Lotito e Fabiani sulla rosa? Se le considerazioni sono queste, allora significa che siamo attrezzati. Io ritengo che devo pensare alla squadra
senza parlarne troppo»