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Hazard: «Conte mi imponeva cosa fare in allenamento, è l’allenatore con cui mi son trovato meno»

A L’Equipe: «Anche se con lui forse ho avuto la mia stagione migliore. I tifosi del Real avevano grandi aspettative su di me ma il mio corpo mi ha abbandonato, ho iniziato troppo presto a giocare».

Hazard: «Conte mi imponeva cosa fare in allenamento, è l’allenatore con cui mi son trovato meno»
Madrid 28/09/2021 - Champions League / Real Madrid-Sheriff Tiraspol / foto Imago/Image Sport nella foto: Eden Hazard

L’ex attaccante del Real Madrid e della Nazionale belga Eden Hazard ha rilasciato un’intervista a L’Equipe in seguito al ritiro dal calcio giocato.

Se avessi la possibilità di rivivere un momento della tua carriera, quale sceglieresti?

«La mia prima partita da professionista, con il Lille a Nancy (24 novembre 2007). E’ da lì che è iniziato tutto. Avevo 16 anni e nessuna pressione. Per me il calcio è sempre stato divertirsi, dare e ricevere, in un’amichevole tanto quanto le semifinali della Coppa del Mondo.
Ho esordito quasi vent’anni fa, un’altra generazione, altre mentalità. Ora è diverso
».

A livello dietetico come hai gestito la tua carriera?

«Normalmente. Non prestavo molta attenzione ai cibi sani, ma non andavo al McDonald’s tutti i giorni. Mi piace mangiare».

Quando hai firmato per il Real Madrid e sei arrivato con 5 chili di troppo, hai sbagliato?

«Con il Chelsea avevo appena terminato una delle migliori stagioni della mia carriera. Penso tra me e me: “Ora sono al Real, questa potrebbe essere l’ultima vacanza che potrò fare…” e mi lascio andare come mi lascio andare ogni estate. Sono stato sette anni in Inghilterra, senza una pausa a Natale».

Ti sei detto che il tuo corpo ti sta facendo pagare per i tuoi eccessi?

Hazard: «No. Il mio corpo mi sta facendo pagare per tutti questi anni in cui ho lavorato duramente senza fermarmi quasi mai. Ho cominciato a giocare troppo presto. Non perché ho mangiato questo o quello. Al Real Madrid ho subito una serie di infortuni. A volte non sapevo nemmeno come, o perché. Ti svegli, ti alzi dal letto, ti fai male. Il mio corpo era stanco, non ne poteva più».

Quale allenatore ti ha dato più direttive?

«L’unico che mi ha veramente imposto cosa fare è Conte. Ogni giorno, devi fare questo, questo… e mi ha infastidito. È uno dei più grandi allenatori ed è forse con lui che ho avuto la mia stagione migliore, ma è quello con cui mi son trovato meno agli allenamenti, le sue sessioni tattiche. Mourinho mi è piaciuto. Zidane ti dà istruzioni, ma non ti stressa fisicamente».

Ti sei sentito in colpa per non essere stato quello che tutti si aspettavano al Real?

«Ero triste per i tifosi, certo, quando sono arrivato erano pieni di speranze. Mi sento come se li avessi delusi. Voglio dire loro: “Ehi, non è colpa mia, il mio corpo mi ha abbandonato. Ci ho provato, non ci sono riuscito”».

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