Al Guardian: «Per ora sono concentrato solo sulla Coppa d’Africa. Al Wolfsburg ho visto la mia carriera andare a rotoli ma ero cosciente delle mie qualità»
Victor Osimhen, attaccante del Napoli e della nazionale nigeriana, ha rilasciato un’intervista al Guardian. Victor parla della sua carriera, delle difficoltà incontrate prima di arrivare al Napoli e consacrarsi come uno degli attaccanti più letali in Europa. Il suo nome ultimante è spesso accostato a diverse squadre, soprattutto inglesi. Al momento però ha un contratto con il Napoli fino fino al 2026 che include una clausola rescissoria (non valida per l’Italia) che si aggira attorno ai 120/130 milioni di euro.
Le parole di Osimhen al Guardian: «Tutta la mia vita è stata una lotta»
Osimhen parla del suo trasferimento al Wolfsburg nel 2017, dopo le sue performance con la Nigeria in Coppa del Mondo Under 17 del 2015 in Cile. Non tutto è andato secondo i piani:
«C’è stato un momento in cui ho parlato con il mio ex agente e gli ho detto che ero pronto per andare in un club di terza o quarta divisione in Germania, dato che tutto ciò che volevo fare era giocare… Tutta la mia vita è stata una lotta, ma ne sono sempre uscito vincitore».
E ancora:
«Qualunque cosa brutta sia accaduta lì, me ne assumo la piena responsabilità. È stata una mia decisione andare al Wolfsburg, per cercare di migliorare, perché sapevo che il lavoro era ancora in corso dopo la Coppa del Mondo in Cile. C’erano Mario Gómez e Divock Origi. Ho dovuto imparare da queste persone… Sono stato rifiutato da due club in Belgio prima di avere l’opportunità di firmare per lo Charleroi in prestito».
L’attaccante nigeriano ha trovato diverse difficoltà:
«Non posso mentire: all’inizio è stato faticoso. Sono stato il miglior marcatore della Coppa del Mondo Under 17 e scelto come il secondo miglior giocatore del torneo. Poi però ho visto la mia carriera andare a rotoli e sentire la gente dire ogni genere di cose negative su di me… So che tipo di giocatore sono e le qualità che possiedo. Sapevo che solo una stagione avrebbe cambiato la mia vita per sempre».
Il punto di svolta della sua carriera è il trasferimento a Charleroi
«È stato il mio trasferimento in Belgio, a Charleroi nel 2018, il punto di svolta nella mia vita. Devo il mio successo al presidente del club e alla gente di Charleroi che ha riposto con il suo amore e ha dato fiducia a un ragazzo di 19 anni che cercava di affermarsi».
Prima di arrivare a Napoli, il trasferimento al Lille. Ma è nella città partenopea che Osimhen diventa un attaccante letale.
L’arrivo di Osimhen al Napoli
«C’erano tante aspettative grandi quando sono arrivato al Napoli ma ho avuto una serie di infortuni e poi è arrivato il Covid. Ma la gente non mi ha mai mollato. Molti di loro mi hanno tirato su di morale, mandandomi messaggi, mandandomi fiori… Mi hanno mostrato tanto amore. Aiutarli a vincere lo scudetto è qualcosa di cui sono grato a Dio, perché ho potuto ripagare la fiducia che avevano in me… È un onore giocare allo Stadio Diego Maradona e sentirli cantare il mio nome ogni volta che segno».
Andare via da Napoli?
«Devo rispettare il mio contratto. Qualunque cosa accada in estate lo sapranno tutti. Per ora sono in Coppa d’Africa e sono concentrato su quello».
L’infanzia di Osimhen
Osimhen racconta la sua infanzia:
«Olusosun è una piccola comunità vicino a una discarica. La maggior parte delle volte le persone vanno alla discarica per prendere alcuni oggetti di valore in cambio di denaro e rivenderli. Andavo lì per cercare vecchie scarpe da ginnastica da poter usare per giocare a calcio. È così che sono cresciuto. Era la cultura per molti di noi nella comunità. Vendevo anche acqua in bottiglia per le strade di Lagos, per aiutare la mia famiglia a guadagnarsi da vivere. Sapevo che il calcio era l’unico modo per farli uscire dalla povertà, quindi ho davvero investito il mio tempo e la mia vita in questo lavoro. Sono felice che abbia dato i suoi frutti. Far uscire la mia famiglia dalla povertà è la mia più grande vittoria».