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Le scuse sono un modo per sentirsi meglio con se stessi, passando per umili col prossimo

Fin quando si continuerà a vivere di ricordi, rammarichi, accusando la qualunque, la presidenza De Laurentiis sarà parte del ricordo

Le scuse sono un modo per sentirsi meglio con se stessi, passando per umili col prossimo
Mg Napoli 02/04/2023 - campionato di calcio serie A / Napoli-Milan / foto Matteo Gribaudi/Image Sport nella foto: Aurelio De Laurentiis e la moglie

Non è questione di scuse. Le scuse sono un modo per sentirsi meglio con se stessi, passando per umili col prossimo. Ma nella democrazia dell’ipocrisia sono un passo necessario. L’unica vera ammissione di colpa per il presidente De Laurentiis (cui auguriamo un felicissimo 2024) sarà l’ingaggio non di top player, bensì di qualcuno in grado di governare il caos primordiale che è il Napoli di questo nefasto post scudetto. Sino ad allora, cambi di allenatore, rinnovi roboanti, ritorni di fiamme rimbambite, giocatori nuovi per raddrizzare la barca saranno solo pannicelli caldi utili per una settimana dieci giorni. Poi si ripiomberà nelle secche della mediocrità degli ultimi mesi.

De Laurentiis ha sopravvalutato la personalità dei giocatori

Il Napoli ha vinto quando ha finalmente avuto un leader vero e dei giocatori pronti a sposarne il progetto. È questo che De Laurentiis ha sopravvalutato: ha ritenuto i giocatori del Napoli pedine in grado di essere decisivi su qualsiasi scacchiere. Qui è venuta fuori tutta l’insipienza presidenziale in materia. Ha pensato che il teorema del cinepanettone fosse applicabile al calcio, che sembra una materia molto facile (fare un gol in più degli altri), ed invece è qualcosa di tremendamente complicato, che somiglia alla vita vera, dove ci sono gli essere umani con le loro miserie, le loro paure e le loro menzogne.

La seconda parte di stagione sarà poco dirimente rispetto alle ambizioni future. Certo un ritorno di Garcia sarebbe l’ennesima barzelletta. Come detto i giocatori che verranno, non saranno gli uomini cui aggrapparsi per sognare ancora (siamo belli svegli), ma potranno dire qualcosa sull’eventuale progetto/rivoluzione che dovrà necessariamente avvenire in estate. Meluso sarà anche una brava persona, ma ricorda Gennadji Janaev quello che voleva prendere il posto di Gorbaciov nell’agosto del 1991, vive di un eccessivo low profile per essere l’uomo della perestroika.

Altro che scuse, il futuro dev’essere in controtendenza con gli umori dei tifosi

Quello che è certo è che il futuro per essere credibile dovrà necessariamente essere in controtendenza con gli umori della tifoseria, anche con allenatori di difficile digestione empatica, (Conte, Tudor, Gasperini) e di rigorosa scuola italiana, ma che siano in grado di essere condottieri veri, vista l’idiosincrasia presidenziale ad ingaggiare giocatori eccessivamente ingombranti. Per inciso, sarebbe anche ora di dotarsi di qualche “caratteriale” almeno per tutelare il “capitale” Khvicha, scientificamente picchiato ad ogni partita, con Di Lorenzo efficace con gli arbitri come la Borocillina con la broncopolmonite.

Fino a quando non si tornerà ad immaginare, fino a quando non si percorrerà una strada mai battuta, continuando a vivere di ricordi, rammarichi, accusando la qualunque di inesistenti nefandezze, la presidenza De Laurentiis sarà parte del ricordo.

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