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De Rossi: «Ovvio che i Friedkin non mi hanno scelto perché sono rimasti folgorati dai miei risultati alla Spal»

In conferenza: «Qualche problema lo riscontravo guardando le partite, la società pensava ce ne fossero di più ma la Roma è una squadra forte»

De Rossi: «Ovvio che i Friedkin non mi hanno scelto perché sono rimasti folgorati dai miei risultati alla Spal»
Mp Ferrara 04/02/2023 - campionato di calcio serie B / Spai-Bari / foto Matteo Papini/Image Sport nella foto: Daniele De Rossi

Questa mattina la prima conferenza stampa di Daniele De Rossi da allenatore della Roma. Domani la prima partita post Mourinho contro il Verona. All’Olimpico il clima sarà rovente contro giocatori e società. De Rossi lo sa ma si augura un clima di sostegno. In conferenza parla della sua idea di Roma.

Le parole di De Rossi da allenatore della Roma

Che tipo di lavoro hai impostato e che Roma hai visto?
«Quando cambi allenatori vedi giocatori che vanno a 3mila all’ora. Succede sempre. I primi allenamenti ti danno una risposta fino a un certo punto, bisogna capire quanto terremo questo tenore. Vanno a duemila. Sembra assorbano due tre concetti nuovi che vogliamo mettere, sembrano delle spugne».

Ha sentito Totti:
«Ci siamo sentiti. Mi ha mandato il messaggio di in bocca al lupo. In questi giorni abbiamo parlato un paio di volte e ci siamo promessi di vederci. Passeremo un po’ di tempo insieme».

Qual è il problema della Roma?
«Non pensavo ci fossero tutti questi problemi, la società sì. Io devo partire dallo 0-0, come le partite. In 3-4 giorni non fai in tempo ad analizzare tutto. Per questioni di tifo la Roma l’ho seguita sempre, quindi è la squadra che conosco di più al mondo. Magari abbiamo accorciato il periodo di studio. Sarei contento se a fine stagione noi fossimo tra le prime quattro della classifica. Un obiettivo non facile ma da puntare».

Il momento giusto per tornare alla Roma?
«Era il momento giusto per rifiutare la Roma? Non si rifiuta la Roma, è successo a Pirlo qualche anno fa. Ci sono uomini che rifiutano e uomini che si buttano dentro. Non si tratta solo di mettere la felpa, non è un discorso di nostalgia. Uno fa un analisi veloce dei valori della squadra, e la ragione del mio no sarebbe stata perché c’è una squadra mediocre. Per me la squadra è forte. Dobbiamo fare bella figura».

Il calcio di De Rossi:
«Dire il mio calcio mi fa venire i brividi e l’ho sentito dire anche da allenatori che stimo. A parte da Guardiola, De Zerbi, Simeone, Conte che hanno spostato qualcosa nel calcio. Non sono al loro livello, penso che gli allenatori bravi li riconosci da come giocano la squadra. Se la Roma, alla fine di questo percorso, sarà riconoscibile e sarà organizzata sarò contento. Venire ricordato per uno che fa giocare bene la squadra e la fa vincere mi basta e avanza».

Europa League è un obiettivo? E poi sul contratto:
«I presidenti sono stati chiarissimi sulla durata del contratto e sul tenore della mia permanenze. Voglio un bonus per la qualificazione in Champions, ho detto che avrei firmato a qualsiasi cifra. Non ci sono condizioni, nessun rinnovo automatico. Sei mesi e a me andava bene così. Ho chiesto solo di trattarmi da allenatore. Loro su questo erano strasicuri, sanno che io dal primo secondo che li ho sentiti, me la giocherò fino alla morte. Loro penso siano soddisfatti di questo. Cerco di meritarmi sul campo la riconferma».

La difesa di De Rossi:
«Io mi innamoro di questo lavoro con Spalletti, la botta finale me l’ha data Luis Enrique. Questi allenatori che portano tanti giocatori in fase offensiva, sono alla base delle mie stagioni migliori. Questi squadra però è stata costruita per giocare a tre. Abbiamo provato entrambe le cose. Si può difendere in un modo e giocare in un altro, con rotazioni che devono entrare nella testa dei giocatori. Non tolgo tra le opportunità di cambiare a partita in corso o durante la stagione, in base all’avversario».

De Rossi come effetto calmante per l’ambiente:
«Non ho bisogno di stimoli in più, non sono stupido. La scelta calmante, è un modo un po’ brutto di definire la scelta. Quando si decide di rimpiazzare un allenatore importante, si prendono in considerazione tanti fattori. Con un altro allenatore qui, la reazione poteva essere più devastante. In più, penso che i tifosi siano una parte importante, penso siano capaci di saper amare due persone insieme. Nessuno toglie il bene per Mourinho. Ovvio che non mi hanno scelto perché sono rimasti folgorati dai risultati della Spal. Secondo me è una scelta ponderata anche da fattori ambientali. Sarà giusta? lo scopriremo fra qualche tempo, io ne ho approfitta. Per me un’occasione per diventare l’allenatore che voglio essere».

Si aspetta così il ritorno alla Roma:
«Uno non si aspetta che mandano via l’allenatore più titolate della storia e prendano te. Però ero consapevole, non hanno forzato, non mi hanno puntato la pistola. Mi aspettavo un processo più graduale. Ma la storia è piena di allenatori entrati in corsa e poi rimasti. L’ultimo esempio Palladino, si sta dimostrando tra i più bravi in Italia. Io mi sento l’allenatore della Roma, più in campo che in spogliatoio. Non si toglie quel rapporto costruito nello spogliatoio. Chiaro che voglio bene a Pellegrini, Cristante etc ma si può avere rispetto dei ruoli pur essendo amici Io non devo fingere che non ci sono mai stato qui, non ho mai finto con i miei compagni. Una persona mi ha consigliato di non venire con la mia macchina, io devo fare l’allenatore. La sensazione è che i ragazzi gradiscano quello che dico».

Roma ha fatto stufare Mourinho?
«Gli ho mandato un messaggio, non di circostanza. Era un gesto dovuto e giusto. Non lo so se si è stufato. Dovresti chiederlo a lui e con tutto il rispetto mi interessa poco. Ti assicuro che in questi quattro giorni sono stato costretto di tanto oltre che di calcio. Voglio che questa cosa si normalizza e passare le giornate a pensare al calcio».

I problemi principali della Roma:
«Qualche problema lo riscontravo guardando le partite. Non penso che la Roma giocasse molto male, contro Atalanta e Napoli ha giocato grandi partite. Ha avuto delle alternanze in campo. Non vengo a dire qui i problemi, sarebbe irrispettoso. Io ero consapevole che i giocatori sono forti, dal vivo rimani impressionato. Stupito, io ammetto che non conoscevo Pisilli, è un bambino ma mi ha impressionato, non lo conoscevo bene».

Cosa non sottovalutare domani contro il Verona?
«Il Verona, allenata bene da un allenatore che stimo tanto. Ha tenuto la barra dritta anche in tempi difficili. Squadra solida, giocatori di grande fisicità con un gioco abbastanza definito e riconoscibile. L’emozione dell’esordio non ci deve fare brutti scherzi. Ci potrebbe essere un po’ di malumore, ma dobbiamo essere tutti caldi compresa la gente allo stadio».

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