La favola che diventa farsa. La grande bellezza di un anno fa, la grande bruttezza di una squadra di fantasmi.
De Laurentiis uno e trino: presidente, ds e quasi allenatore. Lo scrive il Corriere della Sera con Bruno Delfino.
La grande bellezza di un anno fa, la grande bruttezza di una squadra di fantasmi. Non era mai successo che i campioni d’Italia implodessero a ritmo retrocessione.
Come non assimilare il Fujtevenne di eduardiana memoria, al messaggio lanciato dalla fuga di Spalletti e Giuntoli, due pilastri dello scudetto. Un tatuaggio e via.
Casting da cinepanettone tra quaranta papabili, una serie di no grazie, la chimera Conte, il ripiego Garcia, il richiamo dell’allenator prodigo Mazzarri. Tutto sotto il segno di Aurelio De Laurentiis, nella triplice veste di presidente, direttore sportivo e (quasi) allenatore. La favola che diventa farsa. È la somma che fa il totale per dirla con Totò: 28 punti in classifica, nono posto e -20 dalla vetta. Contro il Torino l’ennesima figuraccia e tutti in castigo con la speranza di ritrovare in ritiro se non il gioco perduto, almeno la dignità e il rispetto per la maglia del trionfo.
De Laurentiis vuole fare da solo e non ingaggerà mai un uomo che sa di calcio (Carratelli)
Adagiatosi in uno stato di rilassatezza totale dopo l’addio di Spalletti e Giuntoli, come se la squadra campione d’Italia potesse continuare a vincere “da sola”, puntando addirittura alla Champions, De Laurentiis ha perduto il controllo del Napoli. Dopo vent’anni, da principiante a navigato imprenditore di calcio, il presidente capace di centrare ogni anno il colpo fortunato nella scelta dell’allenatore e dei giocatori ha steccato.
Comprare oggi giocatori “belli a vedersi”, come il talentuoso Samardzic, potrebbe rivelarsi sbagliato. Si tratta di giocatori buoni per la “piazza”, ma senza un positivo “incastro” nella squadra: non sono il trascinatore, il leader, l’uomo-squadra in grado di scuotere e rilanciare il Napoli addormentato di oggi e il Napoli nuovamente ambizioso di domani.
La mancanza di un uomo di calcio
Chi contatta De Laurentiis per le necessità della squadra? Pare che parli con Benitez, Ancelotti, Sarri. Ma perché, perso Giuntoli, non avere a fianco in pianta stabile un esperto e navigato uomo di calcio? È questo l’acquisto necessario e propositivo prima ancora di ingaggiare giocatori di nome e talenti in erba oggi che l’intuito e la fortuna di De Laurentiis sembrano appannati. Ma il presidente vuole fare da solo e non ingaggerà mai l’uomo di calcio che potrebbe aiutarlo. Mentre il momento nero del Napoli richiederebbe una presenza presidenziale forte e coinvolgente, sanando le scontentezze della squadra, De Laurentiis è in Spagna. Bene le scuse per gli errori commessi. Ma è ancora un errore questa lontananza