Diplomatica lettera del Consiglio ad Adl, lo invita a fissare una data. Una verità di fondo: il presidente, se vuole, deve trattare con noi.
Stadio De Laurentiis Comune, la trattativa rischia di arenarsi. Lo scrive Antonio Corbo sull’edizione napoletana di Repubblica.
Stadio, De Laurentiis invita a cena i consiglieri comunali. «Pago io». A scriverlo è l’edizione napoletana di Repubblica con Antonio Di Costanzo.
«Il ristorante sceglietelo voi. Prenotate il luogo e ditemi l’orario. Poi pago io, ma organizziamo presto » . Aurelio De Laurentiis a margine della cerimonia per il conferimento della cittadinanza onoraria a Luciano Spalletti si rivolge così a Demetrio Paipais, consigliere comunale del gruppo “ Manfredi sindaco”, che incrocia prima della cerimonia. Il presidente del Napoli accende così il calumet della pace proprio dove è divampata la polemica sullo stadio per le dichiarazioni del presidente sul sindaco juventino e contro i consiglieri che «odiano il Napoli». Ora De Laurentiis punta a un incontro per risolvere le divergenze con l’assemblea cittadina. Una cena o un pranzo con l’obiettivo di riaprire il discorso sul Maradona.
È già la presenza in Sala dei Baroni del patron a ufficializzare, al di là delle frecciatine che si è scambiato con Spalletti, la tregua. Da giorni sulla questione stadio è ripreso il dialogo con il sindaco Gaetano Manfredi. Ma il caso coinvolge anche il consiglio comunale (ieri comunque freddo e poco incline ad applaudire il presidente) che deve deliberare la possibile concessione o la vendita dello stadio e in Sala dei Baroni in molti vogliono collaborare per chiudere la vicenda.
Il Maradona è uno stadio fatiscente: tornelli arrugginiti, vendono sambuca da terra (The Athletic)
Il Maradona è uno stadio fatiscente. A fare quest’osservazione certamente non originale – ma non per questo falsa – è The Athletic che pubblica un ampio articolo su cosa significhi oggi seguire la propria squadra in trasferta in Europa. Tra i vari esempi cita anche i portoghesi del Braga giunti a Napoli per assistere all’ultima partita di Champions League.
The Athletic ricorda che il Braga è per il 29 per cento di proprietà di Qatar Sports Investments ossia i proprietari del Paris Saint-Germain.
La città viene descritta così:
Napoli è una città splendidamente caotica, dove il clacson degli scooter attraversa le strade e un odore di abbondante cucina italiana riempie l’aria. Ha una forte identità e una tifoseria appassionata. Il calcio qui è una religione e Maradona è il loro dio. La città sembra un santuario per il loro iconico numero 10, con bandiere appese alle porte, dipinti alle pareti e il murale di Maradona nei Quartieri Spagnoli.
Il Braga, invece, ha portato a Napoli appena trecento tifosi: “quindi per strada non c’è alcun senso di minaccia”.
Ma se i portoghesi si fossero aspettati una grande accoglienza, sarebbero rimasti delusi. Lo Stadio Diego Armando Maradona, a circa 30 minuti a ovest del centro della città tramite la metropolitana, vanta un’atmosfera formidabile ma è anche vecchio, malandato e – francamente fatiscente. Il Napoli, come la maggior parte dei club in Italia, non possiede il proprio stadio – il terreno appartiene al Comune, come spesso accade nel paese – e questo è un limite per le ristrutturazioni.
Dai tornelli arrugginiti agli ambulanti che vendono sambuca da scatole fuori terra, ci si sente un mondo lontano da uno stadio all’avanguardia.