La Lazio si consegna a Lautaro con un retropassaggio suicida. Sarri esclude Luis Alberto e ora è undicesimo in classifica
L’Inter vince in casa della Lazio e si cuce qualcosa di vicino a mezzo scudetto sulla maglia. I punti di vantaggio sono ancora pochi, quattro sulla Juventus. Però passare all’Olimpico ha sempre un sapore particolare, a Napoli ne sappiamo qualcosa. La cavalcata dello scorso anno cominciò proprio in questo stadio il giorno dopo la conferenza stampa in cui Spalletti disse: «Volete che vi faccia un disegnino con chi è andato via e chi è arrivato?». Era ancora tra i nostalgici il signor Luciano reduce da due pareggi consecutivi. Ma quella sera, a Roma, Kim e Kvaratskhelia gli fecero capire che ce ne volevano cinque o sei di Insigne e Koulibaly per mettersi a pari. E Spalletti del passato non parlò più.
La squadra di Inzaghi ha vinto 2-0. Non ha dominato. E questo rende ancora meglio l’idea. Ha anche saputo soffrire. Ed è andata in vantaggio su suicidio calcistico biancoceleste con folle passaggio arretrato di Marusic che diventa un assist per Lautaro: supera Provedel, si addentra in area, e segna su due difensori in disperato tentativo di fare muro.
Nella ripresa la gioca bene il primo quarto d’ora. Pressa. Non crea occasioni pericolose, tranne una con Rovella, ma chiude l’Inter. Che però in un delle prime occasioni per stiracchiarsi va in porta, Barella serve Thuram che di sinistro segna, anche lui con due difensori che cercano di mettersi a protezione della porta.
L’Inter si issa a 41 punti, quattro sulla Juventus. Non un’enormità, va detto. Il campionato resta apertissimo. Un piccolo spiraglio resta ancora per il Milan che è nove punti dietro. La corsa finisce qui. Il Napoli è a meno 14, preceduto dal Bologna di Thiago Motta.
La Lazio di Sarri scivola nella parte destra della classifica, undicesima: dietro il Torino e a pari punti col Monza. Al fu Comandante per vincere non è bastata l’esclusione di Luis Alberto calciatore che ha il grave torto di avere talento: e non si fa, non si fa. La prossima volta nasci scarparo, giocherai titolare. Intanto i laziali fischiano alla fine della partita.
Inter, non c’è un euro da spendere. Zhang vuole lo scudetto ma a costo zero. (Lo ricorda il Corriere dello Sport)
Steven Zhang vuole lo scudetto a tutti i costi. (…) Il presidente però ha lasciato Milano lo scorso giugno e, da allora, non si è più fatto vedere. (…) L’Inter nel suo insieme avrebbe bisogno di ben altro da una proprietà, che dall’estate del 2020, ha di fatto staccato la spina, imponendo l’autosostentamento e tagliando anche una serie di sponsorizzazioni.
Anche l’ultimo mercato è stato a saldo zero. In due anni per fare cassa sono stati ceduti Onana, Brozovic, Hakimi e Lukaku.
Lautaro e Thuram formano la coppia, probabilmente, più forte del campionato. Alle loro spalle, però, ci sono due 34enni, Arnautovic e Sanchez, che stanno facendo fatica a incidere e che, soprattutto, non permettono di far riposare i titolari come sarebbe necessario. Sono arrivati perché piacevano e piacciono a Inzaghi, ma soprattutto perché costavano poco e perché non c’erano margini per investimenti più consistenti.
E sullo sfondo la questione prestito.
Il campionato si chiuderà il 26 maggio, mentre solo qualche giorno prima scadrà il prestito di Oaktree a Suning, con in pegno le quote dell’Inter. Manca chiarezza sul futuro. Vero è che la l’intenzione di Zhang sarebbe quella di conservare il club, strappando un rinnovo del prestito alla stessa Oaktree o ad un altro fondo. Il problema è che è disposto a farlo anche ad un tasso di interesse esorbitante: le proposte sono arrivate al 25-27%. Le conseguenze, però, sarebbero tutte a carico dell’Inter.