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«I tifosi erano considerati prigionieri, oggi gli stadi sono beni culturali ipertecnologici»

L’intervista del Telegraph al Ceo di Populous, lo studio di architettura che ha creato i migliori stadi del pianeta: “Migliorano le città”

«I tifosi erano considerati prigionieri, oggi gli stadi sono beni culturali ipertecnologici»
A general view shows the 974 Stadium, formerly knows as Ras Abu Aboud, ahead of the FIFA Arab Cup 2021 group B football match between UAE and Syria in Doha on November 30, 2021. (Photo by KARIM JAAFAR / AFP)

Visto il tracollo del Napoli e le interviste sulle agognate superleghe italiane a De Laurentiis, è un po’ andato in cavalleria il discorso stadio. Ma resta un capitolo centrale quando si parla di futuro. Il Telegraph ha parlato con quelli di Populous, la società di architettura che di fatto da trenta anni ha rivoluzionato gli stadi in Gran Bretagna, e poi all’estero. Da Wembley passando per l’Emirates allo stadio del Tottenham, fino al Centre Court di Wimbledon e alla tribuna di Ascot, ma anche il Bbva Monterrey in Messico, che ospiterà le partite dei prossimi Mondiali, o lo stadio Narendra Modi di Ahmedabad, il campo da cricket più grande del mondo, e il Lusail Stadium in Qatar. Il prossimo punto di riferimento all’orizzonte è l’Old Trafford.

Sono loro che hanno riprogettato costruito i migliori stadi di calcio al mondo. E continuano a farlo. Le parole chiave sono “avanguardia”, “tecnologia”, “sviluppo” e “tifosi”… anzi “clienti”.

All’inizio del mese l’azienda ha organizzato una mostra dei suoi migliori lavori e il Telegraph ne ha parlato con l’amministratore delegato, Chris Lee.

“Un tempo gli stadi erano esercizi funzionali. Non più. Ora sono considerati beni culturali. Un tempo gli impianti sportivi erano considerati cattivi vicini. Il modello americano prevedeva di spostarli fuori città, circondati da parcheggi. Ora sono motori di rigenerazione urbana. Quando abbiamo realizzato l’Emirates, era una parte fondamentale del piano per collegare Lower Holloway a Islington, ci saranno 4.500 nuove case costruite intorno, Wembley sta subendo un’enorme riqualificazione di quella che era un’area di degrado piuttosto triste”.

Ma l’architettura ha cambiato proprio il rapporto dei tifosi, della gente, con il calcio. “Il cambiamento negli ultimi 30 anni è stato quello di riconoscere che i tifosi sono clienti con possibilità di scelta. Sì, lo ammetto, all’inizio ci concentravamo solo sui settori corporate. La grande mossa degli Spurs è stata quella di dire dal posto meno costoso a quello più costoso, ti daremo qualcosa. Ampie sale per cibi e bevande, magnifiche visuali, miglioramento dell’acustica: tutto per creare un’esperienza. Il focus del progetto del Tottenham Stadium era sull’atmosfera, su come creare identità in una seduta. Daniel Levy e io abbiamo trascorso molto tempo viaggiando. Andavamo ovunque, prendendo spudoratamente in prestito i pezzi che ci piacevano. Non solo negli impianti sportivi, ma nelle sale da concerti, teatri. Ci sono piccoli pezzi provenienti da ogni parte messi insieme in quell’edificio”.

L’innovazione è incessante. Populous sta costruendo la nuova arena indoor Coop Live accanto all’Etihad a Manchester, con l’ingegneria acustica più avanzata che presto rivoluzionerà, dicono, la progettazione di luoghi all’aperto. E poi c’è la Sfera di Las Vegas, progettata da Lee e dai suoi colleghi: “Quando abbiamo iniziato, la tecnologia necessaria non era ancora stata inventata”, dice dei modernissimi sistemi audio e luci.

Le possibilità tecniche dell’edificio indicano un nuovo futuro per la visione dello sport – scrive il Telegraph – Presto potrebbero esserci Sfere in tutto il mondo, che mostrano filmati di eventi dal vivo in un modo straordinariamente coinvolgente. Mentre il derby del nord di Londra si svolge al Tottenham Stadium, migliaia di tifosi a Shanghai, Singapore e Arabia Saudita potrebbero osservare lo svolgersi delle cose nella loro sfera locale, sentendosi, grazie alle immagini e ai suoni proiettati, come se fossero effettivamente lì”.

“La verità è che il futuro della visione dello sport coinvolgerà la tecnologia, molta tecnologia”, afferma Lee.

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