L’evento è stato organizzato in una data perfida, dopo due sconfitte consecutive, con De Laurentiis risucchiato nell’impopolarità
Al Comune sono stati celebrati il trionfo di Spalletti e il tonfo di De Laurentiis. Lo scrive Antonio Corbo sull’edizione napoletana di Repubblica che torna sulla cerimonia di ieri – organizzata dal Comune di Napoli – di conferimento della cittadinanza onoraria a Luciano Spalletti allenatore del terzo scudetto del Napoli.
L’estroso presidente, costretto ad essere ostaggio di una cerimonia emozionante, fastosa ma iniqua, perché per un errore del Cerimoniale di Palazzo San Giacomo sono stati celebrati nella stessa ora dello stesso giorno il trionfo di Spalletti ed il tonfo di De Laurentiis, risucchiato nell’impopolarità da due sconfitte di seguito, un campionato oscuro ed una festa di involontaria ambiguità. Al di là di simpatie e antipatie, impossibile attribuire un successo collettivo così importante ad uno solo dei protagonisti. Non poteva essere differito l’evento da una data così perfida? Fissata male, dopo il prevedibile sfacelo di Garcia e proprio nel mezzo tra Real Madrid, Inter e Juve.
LA CONVERSIONE DI MANFREDI JUVENTINO (O EX) COME VELTRONI
Manfredi convertito come Veltroni: «juventino? Sono tifoso del Napoli anch’io. E da oggi ancora di più»
“La parabola sportiva ricorda un po’ quella di Walter Vetroni quand’era sindaco di Roma che da juventino convinto diventò quasi romanista — juventino è rimasto — per passione e per trasporto, oltre a diventare grande amico di Francesco Totti che ne sostenne fortemente l’azione amministrativa. Tempi diversi, città diverse, squadre diverse. Stessa estrazione politica”.
Scrive così il Corriere del Mezzogiorno per introdurre l’argomento stadio a Napoli e riportando alcune parole del sindaco Manfredi in occasione della cerimonia di conferimento della cittadinanza onoraria all’ex tecnico del Napoli, Luciano Spalletti, Al Comune di Napoli.
“Anche Gaetano Manfredi, sindaco di Napoli, sembra aver avviato, se non del tutto «completato», il processo di «conversione» della sua passione calcistica: arrivato a Palazzo San Giacomo da tifoso bianconero — per via, disse, dei colori bianconeri simili a quelli del Nola, squadra che da bambino andava a vedere col papà — «diventa» oggi un «nuovo» tifoso azzurro, con «passione e trasporto» come un accanito frequentatore del Maradona. Tanto che al Corriere del Mezzogiorno rivela: «Juventino? Sono tifoso del Napoli anch’io. E da oggi ancora di più»”.
De Laurentiis e Manfredi hanno porto avanti il discorso stadio, tanto caro al presidente, con l’Italia che va incontro agli Europei del 2032, l’ipotesi più accreditata non è la vendita, bensì l’affidamento, che consentirebbe al Comune di Napoli di mantenere la proprietà dello stadio Maradona e di non perdere l’occasione di ospitare gli Europei.
“una ipotesi di lavoro molto concreta: quella di un affidamento di 50 anni che, rispetto ad una vendita o concessione novantanovennale, prevede un iter più snello”.