A Libero: «Sono molto orgoglioso delle due vittorie contro Djokovic. Il mio idolo è Federer, sognavo di giocare con lui, ma purtroppo non è mai capitato».
L’Italia è riuscita a vincere la Coppa Davis dopo 47 anni grazie alle vittorie dei match in finale contro l’Australia di Matteo Arnaldi e Jannik Sinner. Quest’ultimo è stato intervistato da Libero.
Dopo 47 anni hai riportato la Davis in Italia. Come stai vivendo questo momento di successo?
«La mia gioia è indescrivibile, sono felice per tutta la squadra e il nostro Paese. Vincere la Coppa Davis è il finale migliore per questa straordinaria stagione».
Quanti anni avevi quando hai iniziato a sognare di diventare il numero 1 al mondo?
Sinner: «Non me lo ricordo esattamente, ma so che è sempre stato il mio sogno fin da bambino. La mia famiglia è sempre stata una parte importante per la mia crescita. Senza di loro non sarei quello che sono oggi. Mi hanno insegnato valori importanti che mi porto dentro, sono sempre stati al mio fianco. Da bambino il mio idolo era Roger Federer, sognavo di giocare con lui ma purtroppo non è mai capitato».
Cosa pensi dei campioni che c’erano prima di te?
«Adriano Panatta e Nicola Pietrangeli hanno fatto tantissimo per il nostro sport. Non dimentichiamo Francesca Schiavone e Flavia Pennetta che hanno vinto uno Slam».
Per battere Djokovic due volte in singolare ci vuole grande capacità di reggere la tensione e di credere fino in fondo di potercela fare…
«Io mi concentro solo sul punto successivo da dover conquistare, ci credo sempre fino alla fine. La bellezza del nostro sport è anche quella: che la partita non è finita fino all’ultimo punto. Sono molto orgoglioso di queste due vittorie e voglio ringraziare anche il mio compagno del doppio, Sonego, con cui abbiamo vinto quel match importantissimo».
Chi pensi saranno, oltre a te, i più forti dei prossimi anni?
«Alcaraz ha dimostrato di essere un grande campione. Rune ha giocato una bella stagione e poi c’è sempre Djokovic».