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Lione indignato: «Grosso ha quasi perso un occhio e dobbiamo tornare a giocare a Marsiglia»

Il dg Ponsot: «È una decisione politica incomprensibile. I responsabili sono tifosi del Marsiglia ed è stato esposto uno striscione per loro»

Lione indignato: «Grosso ha quasi perso un occhio e dobbiamo tornare a giocare a Marsiglia»
Foto account Twitter Olympique-et-Lyonnais

Il Lione deve tornare a Marsiglia a giocare la partita dopo la sassaiola che ha colpito l’autobus e ferito Grosso. Il tecnico italiano ha detto la sua e ha accennato alla possibilità di una dura presa posizione da parte del club. Ha parlato anche il direttore generale aggiunto del club Vincent Ponsot.

«La commissione disciplinare ha preso una decisione politica dichiarandosi incompetente con il pretesto che questi incidenti sono avvenuti fuori dallo stadio», ha detto Ponsot.

«Non era mai accaduto in Francia di essere attaccati così fuori all’esterno dello stadio. Non possiamo far finta di niente, e la commissione ha tutto a disposizione per assumere provvedimenti. Il vecchio articolo 129 del regolamento generale stabilisce che tutti i club sono responsabili del comportamento dei loro sostenitori. È così che i club sono impegnati per la sicurezza e il comportamento dei tifosi, questo articolo non riguarda la territorialità. È successo a 400 metri dallo stadio, sappiamo che sono tifosi del Marsiglia. La commissione ha preso la scelta politica di non mettere bocca in questo, ma non riesco a capirlo per un allenatore che ha quasi perso l’occhio».

Il manager del Lione ha confermato che il Lione presenterà appello:

«Non ci fermeremo qui. Lo dobbiamo ai nostri giocatori e allo staff. Quello che abbiamo sofferto due anni fa, il punto ritirato, il dibattito sulla partita persa, non vogliamo che il Marsiglia lo subisca. Ma vogliamo essere in grado di giocare a calcio senza avere paura né rischiare nulla. Non chiediamo una sanzione sportiva, perché i giocatori del Marsiglia non c’entrano nulla. Vogliamo giocare in campo neutro».

Col pubblico? Ponsot non ha risposto a questa domanda.

Il Lione andrà a Marsiglia se non cambia nulla?
«Non siamo ancora a questo punto. Vedremo l’esito degli appelli e ne parleremo con i giocatori e lo staff».

Sul legame tra gli incidenti e la partita, continua:

«Sono tifosi del Marsiglia. Due sono finiti in tribunale, due fanatici. E lo striscione “supporto per gli arrestati” allo stadio mostra il legame tra i tifosi e gli autori della violenza. Allo stesso modo, la Lega propone di mettere un delegato sul bus, in generale: è bene che si senta preoccupata per il viaggio verso lo stadio».

Vincent Ponsot ha attaccato la lettera del prefetto di Bouches-du-Rhône su cui la commissione si è basata per riprogrammare la partita a porte aperte il 6 dicembre.

«Chiede tre cose: il divieto per i tifosi del Lione, un autobus meglio protetto con doppi vetri anti-esplosione, e di scegliere il nostro hotel in consultazione. Quindi è colpa nostra. Un allenatore ha quasi perso un occhio e l’unica lezione è che noi del Lione  dobbiamo fare le cose in modo diverso».

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