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Lazio in ritiro e Lotito furioso: «Serve una svolta o salteranno presto delle teste»

Lo scrive il Messaggero. Lotito non vuole esonerare Sarri e lui non vuole dimettersi. Si spera di poter rivalutare di comune accordo il matrimonio

Lazio in ritiro e Lotito furioso: «Serve una svolta o salteranno presto delle teste»
Roma 21/05/2022 - campionato di calcio serie A / Lazio-Hellas Verona / foto Image Sport nella foto: Claudio Lotito

La Lazio perde anche contro la Salernitana. Nel sabato di campionato, gli uomini di Pippo Inzaghi rimontano l’uno a zero laziale. Sarri perde un’altra partita da situazione di vantaggio, il 2-1 subito ha mandato su tutto le furie il presidente Lotito. Il commento del Messaggero:

Il campionato della Lazio è compromesso e, com’è ovvio che sia, il capitombolo di Salerno sta provocando un terremoto in classifica e dentro Formello: «Abbiamo perso una partita undici contro uno (l’ex Candreva, ndr) – tuona Lotito, ancora furioso il giorno dopo – e non si può continuare così. Serve una svolta subito o salteranno delle teste molto presto. Io sto in Molise per un convengo, ma ho dato indicazioni a Fabiani, che sa cosa fare e ha carta bianca su tutto»“.

Infatti il direttore sportivo della Lazio ieri mattina ha chiuso nello spogliatoio tutta la squadra: «La melma la mangiamo tutti insieme adesso. Me compreso».

Chiaro che il primo sospettato per la crisi della Lazio è il comandante Sarri, passato in meno di tre settimana da “voglio finire la carriera qui” a “me ne vado se il problema sono io”. Chiaro che la Lazio e Lotito non pensano minimamente al rinnovo. Sarri ha un ingaggio importante. Per questo Lotito spera nella dimissioni, cosa a cui Maurizio non pensa affatto.

La realtà è che il club non ha intenzione di esonerarlo e l’allenatore non vuole dimettere e mollare la barca adesso. Si spera ancora di poter rivalutare, di comune accordo, il matrimonio fino al 2025 a giugno, a meno che la situazione non precipiti del tutto, con Tudor e la suggestione Scaloni sempre sullo sfondo. Ripristinati oggi e venerdì il ritiro della vigilia obbligatorio“.

Nel frattempo la squadra si professa al fianco del comandante. Nessuno molla Sarri. Però ammettono che la manovra è diventata prevedibile:

Gli esterni sostengono che la manovra è prevedibile e, di conseguenza, su di loro c’è sempre un raddoppio e un muro in attacco”.

Poi c’è sempre l’addio di Milinkovic Savic, un’addio mai del tutto metabolizzato:
Eppure l’addio di un solo top player non può giustificare questo crollo psicologico, già avvenuto periodicamente nell’ultimo decennio. È come se molti abbiano considerato il secondo posto dell’anno scorso uno scudetto e abbiano appeso gli scarpini al chiodo“.

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