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Sinner risponde a Panatta: «So chi sei, ma io guardo alla mia storia»

Il tennista altoatesino tira fuori tutto il suo orgoglio e la sua personalità alla Domenica Sportiva rispondendo a Panatta

Sinner risponde a Panatta: «So chi sei, ma io guardo alla mia storia»
Italy's Jannik Sinner smiles after beating Russia's Roman Safiullin during their men's singles quarter-finals tennis match on the ninth day of the 2023 Wimbledon Championships at The All England Tennis Club in Wimbledon, southwest London, on July 11, 2023. (Photo by Glyn KIRK / AFP) / RESTRICTED TO EDITORIAL USE

Jannik Sinner, che dopo il trionfo a Pechino ha battuto Baez in rimonta a Shanghai, continua a far parlare di sé ma non solo per i suoi successi sportivi. Dopo la lunga questione sollevata per le parole di Pietrangeli su di lui e il battibecco a distanza con Gassman e Panatta, arriva un confronto con Adriano.

Adriano Panatta aveva cercato di frenare l’entusiasmo del tennista sul suo momento di gloria e sull’essere diventato il numero 4 al mondo dopo Pechino:  “Arriverà primo probabilmente ma ci sono troppe aspettative”

In diretta su La Domenica Sportiva, Sinner in collegamento ha risposto alle parole di Panatta: «Ovviamente sono contento di essere il numero quattro al mondo come Adriano, ma guardo anche me stesso e la mia storia. So che tu hai vinto a Roma, a Parigi, Coppa Davis e tantissime altre cose. Io farò la mia cosa, continueremo a lavorare perché so che c’è ancora tantissimo da fare. Vedremo che fine farò»

Il brusio di sottofondo per la mancata partecipazione alla Coppa Davis di Bologna s’è dissolto. I successi di Sinner lo hanno messo a tacere, tramutando quelle critiche in auspicio che a novembre il suo apporto nelle Finals di Malaga possa risultare decisivo per l’Italia di Volandri.
Una ‘cosa’ alla volta dice Sinner che aveva già detto la sua rispetto alle riflessioni fatte in questi giorni sulla sua impresa: «Non mi interessano i paragoni con il passato, voglio diventare forte io. Vedremo quanto oltre i miei limiti riuscirò a spingermi»

E Panatta aveva aggiunto: «Jannik è una persona straordinaria. Si dedica anima e corpo al tennis ma su di lui ci sono troppe aspettative. Ai miei tempi non c’erano i social ma solo un canale televisivo. Avevamo una stampa diversa da quella di oggi, molto più critica. Sinner deve fare i conti anche con questo ma per quello che ho visto gli scivola addosso»

Una risposta educata, ma sicuramente non umile che forse potrebbe far ricredere la Gazzetta che nei giorni scorsi ne aveva tessuto l’elogio 

Fossi un maestro elementare o un professore delle medie, proietterei in classe la finale del torneo ATP di Pechino, vinta da Jannik Sinner su Daniil Medvedev, come lezione di educazione civica. Farei vedere quando si becca un terribile lungolinea dal russo e lo applaude picchiando una mano sulle corde e poi, quando sbaglia l’ennesimo smash e, invece di imprecare o spaccare la racchetta a terra, gli scappa da ridere.

C’è tanto sport in quelle due immagini: la percezione dell’avversario, non come nemico, ma come un compagno di gioco che ti fa crescere. Infatti, Jannik l’ha riconosciuto durante la premiazione: «Grazie, Daniil, perché a forza di battermi e di allenarti con me, mi hai migliorato».

S’impara di più da una sconfitta e da uno smash sbagliato che da una vittoria. Un errore non è un fallimento, è solo un passo sbagliato, di cui si può anche sorridere, ma che ti porta avanti comunque. 

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