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Oggi fa tutto De Laurentiis che però nulla sa delle dinamiche di spogliatoio

Non c’è più mediazione tra parte sportiva e dirigenziale. A inquietare è più la prospettiva che i risultati tutto sommato in linea con l’obiettivo

Oggi fa tutto De Laurentiis che però nulla sa delle dinamiche di spogliatoio
Italian film producer, owner and chairman of Italian football club Napoli Aurelio De Laurentiis attends the '130 years of Il Mattino' Italian daily newspaper event at the Royal Palace in Naples, Southern Italy, on May 25, 2022. (Photo by Eliano Imperato / Controluce via AFP)

IL NAPOLI DI DE LAURENTIIS COME IL FILM DI PUPI AVATI

Ultimo minuto di Pupi Avati è il film sul calcio meglio riuscito dell’intera storia del cinema italiano. Un direttore sportivo di vecchio stampo (Ugo Tognazzi) viene messo da parte da un presidente convinto che si possa fare a meno del vecchio dirigente, dando fiducia ad un allenatore scarso, applicando metodi industriali ad una compagine calcistica.

Il Napoli di oggi è come la squadra di Tognazzi. Solo che manca una figura in grado di risollevare le sorti della stagione.
Il Napoli è una guerra civile, perché non c’è più mediazione tra la parte sportiva e la parte dirigenziale, costantemente in conflitto con giocatori e procuratori. Ciò non può far bene. Le questioni contrattuali. L’accantonamento misterioso di Elmas. L’incubo di dover valorizzare Raspadori a tutti i costi. Sono tutti virus che non passano con due tachipirina come Lecce ed Udinese.
Garcia si sta dimostrando un allenatore modesto nella gestione della squadra, sfottente nelle dinamiche con i giocatori, tatticamente impreparato per il campionato italiano. la cui carriera aveva già declinato verso l’oblio. Il francese è entrato come un elefante in una cristalleria emotiva. Ha iniziato a Napoli come finì a Roma: male.
De Laurentiis prendendo le redini della conduzione sportiva ha mostrato una scarsissima conoscenza delle dinamiche di uno spogliatoio. Il valore dei giocatori del Napoli è ondulatorio nella misura in cui essi sposino un progetto tecnico. E con Ancelotti la fronda interna non poté scontrarsi, preferì l’obiettivo più sensibile (Davide). Adesso è invece proprio Garcia l’elemento di rottura che ha portato all’attuale disastroso momento.
Questo sta succedendo nel Napoli. Un presidente, nel calcio da vent’anni, che il calcio non lo conosce e non lo capisce, cerca di piegare ai propri convincimenti modalità di gestione che gli sono sconosciute. Anche tornando sui propri passi il Napoli non avrebbe modo di invertire la rotta. De Laurentiis a meno di improbabili follie (Conte ha rifiutato due volte), difficilmente apporterà dei correttivi per salvare la stagione.
Non c’era nessuno (allenatori e dirigenti) di alto livello, disposto a lavorare nella Scientology del calcio. Rifiutato finanche dal diesse del Cittadella. Adesso che va tutto a rotoli le possibilità che qualcuno voglia metterci la faccia ulteriormente diminuiscono. Il problema non è la posizione in classifica, assolutamente in linea di galleggiamento con l’obiettivo mai dichiarato (qualificazione in Champions League), ma sono le prospettive negative del medio lungo periodo.
Nel calcio percorsi cosi disastrosi finiscono in tragedie sportive, e il ticket Reja-Cannavaro ne darebbe ulteriore conferma.
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