Al Corsport: la popolarità di José e il suo fortissimo rapporto con la tifoseria giallorossa mettono in ombra la figura del magnate americano
Mourinho sull’orlo dell’esonero, ha scritto ieri Ivan Zazzaroni direttore del Corriere dello Sport. Blanda la smentita – nemmeno diretta – della Roma, quindi dei Friedkin attraverso l’Ansa.
Stando a quanto racconta in questi minuti l’Ansa, il club giallorosso ha definito come “fake”, e cioè falsa, la ricostruzione di un possibile esonero dello Special One in caso di sconfitta contro la squadra di Claudio Ranieri domani pomeriggio al Sant’Elia.
Dalla società giallorossa, inoltre, ribadiscono come non ci sarebbe mai stato alcun contatto tra la proprietà americana, in particolare Dan Friedkin, e il tecnico tedesco Flick per un eventuale sostituzione di Mourinho sulla panchina giallorossa.
Oggi Zazzaroni torna sul tema.
Fake: così la Roma ha liquidato il retroscena del Corriere dello Sport sull’esonero di Mourinho in caso di sconfitta oggi a Cagliari. Ma “fake” vale meno di zero. Non è una smentita credibile, non è una prova di fiducia per l’allenatore, non è soprattutto un modo elegante e rispettoso di relazionarsi con la stampa, cioè di relazionarsi con il proprio pubblico. Pare piuttosto una maldestra e precipitosa marcia indietro, innescata dalla paura dei contraccolpi ambientali che l’esonero di Mou avrebbe per la Roma.
Ma che la fiducia tra il tecnico e Dan Friedkin sia cessata è, come abbiamo raccontato, un’evidenza che tutti i bene informati conoscono. I motivi alla radice di questa crisi riguardano l’ingombrante popolarità di José e il suo fortissimo rapporto con la tifoseria giallorossa, tali da mettere in ombra la figura del magnate americano, al quale il club deve la sopravvivenza e il sogno Mou (scritto più volte). Altrettanto nota è la circostanza che Pinto abbia scongiurato il siluramento dopo la sconfitta di Marassi.
Se la pubblicazione del nostro retroscena abbia indotto Friedkin a desistere da una decisione azzardata e controproducente per la Roma, non possiamo che rallegrarcene. Ma non è di un’arrogante smentita che Mou, la squadra e l’ambiente hanno bisogno. Bensì di presenza, di sostegno e di coerenza. Tutta merce di cui, da tempo ormai, a Trigoria non si vede traccia.